EDITORIALE – Il manifesto della (possibile) rinascita

In questo periodo è stato possibile notare davvero un cambiamento radicale nel mondo Inter. Forse è bastata una frase detta dal nuovo mister Spalletti per far ben sperare sul futuro: “Faremo un mercato intelligente“.

PUNTI FONDAMENTALI PER TORNARE GRANDI

Si parte dal presupposto che il vero mercato partirà assolutamente da quello in uscita. La squadra paradossalmente diventerebbe più forte: troppi giocatori che da anni sono in nerazzurro non hanno mai dimostrato reale attaccamento alla maglia e allo spirito di squadra. Ma, per tornare davvero “grandi”, è comunque necessario focalizzare l’attenzione su alcuni punti essenziali da rispettare:

  1. Nessun top player (i vari Cristiano Ronaldo, Bale, Neymar, Messi ecc) potrà venire a giocare nell’Inter. Perché? Perché la tassazione in Italia è alta, altissima e far venire un giocatore che guadagna 20/30 milioni di euro all’anno diventa praticamente impossibile. Facciamo un esempio: l’Inter compra Cristiano Ronaldo e paga il cartellino 150 milioni di euro (cosa possibile teoricamente per Suning) e una volta che paghi il cartellino sembra che il gioco è fatto. In realtà è come quando una persona compra una Bmw, riesce a comprarla e metterla magari nel garage ma poi la devi mantenere e calcolare i costi/consumi che porta. Ecco, comprare un giocatore porta a fare dei calcoli, Cristiano Ronaldo (prendiamo per assurdo il suo esempio vista la sua presunta volontà di lasciare il Real Madrid) guadagna 20 milioni di euro all’anno (forse anche di più) per la nostra Inter in italia questa somma praticamente si raddoppia pesando incredibilmente sul bilancio circa 38 milioni annuali. Comprando un giocatore di questo livello, devi garantire almeno quattro anni di contratto, quindi facendo un calcolo sul costo che potrebbe pesare Ronaldo all’Inter è qualcosa di inimmaginabile anche per Suning. Non ha senso logico fare acquisti di questo livello.
  2. Creare un gruppo motivato e consapevole della maglia che indossa. Sembra scontato, ma non è così. Per lo meno da circa sette anni, per i tifosi non è così. In qualsiasi squadra che abbia mai vinto o che lotta ogni anno per dei grandi obiettivi possiamo notare uno “zoccolo duro” formato di giocatori che si conoscono da tempo, magari connazionali, che remano per lo stesso obiettivo. Di esempi ne possiamo fare davvero tanti: la Juventus ha una struttura italiana, il Real Madrid ha i leader tutti spagnoli, così come il Barcellona. Quando l’Inter era al top dell’Europa e del mondo c’erano Zanetti, Cambiasso, Samuel, Milito. La colonia argentina insomma. Gente che onorava la maglia, che si conosceva da sempre e che lottava e sudava per i colori sul campo.
  3. Una base italiana. Oggi più che mai avere una colonia Italiana, perché nostre nazionali giovanili sono fenomenali. I prezzi degli italiani tendono a costare di meno perché hanno meno fascino dei nomi stranieri ed esotici (un Benassi avrà sempre meno appeal mediatico di un Kondogbia). Un calciatore straniero, per quanto forte, avrà sempre bisogno di un periodo di adattamento in un contesto diverso da quello della propria patria. Basti pensare al recente caso di Gabigol per capire che a volte adattarsi a un calcio diverso come quello italiano implica grandi difficoltà.
  4. Ultimo punto ma forse più importante, fare un mercato intelligente. Luciano Spalletti alla prima conferenza stampa ha detto questo: “Noi dobbiamo fare un mercato intelligente, non possiamo sbagliare”. Cosa vorrà mai dire mercato intelligente? Prendere Di Maria? No. Prendere Donnarumma e fare lo sgarro ai cugini? No. Fare un mercato intelligente vuol dire prendere quei giocatori che all’Inter mancano da anni, ad esempio dei terzini di livello e un regista. Troppe volte nelle ultime stagioni le scelte di mercato sono state fatte in maniera scriteriata e senza seguire un canovaccio tattico di riferimento. Ecco dunque che anche un mercato dispendioso come quello del’estate scorsa abbia portato non grandi frutti.
Fonte foto: inter.it

L’INTER CHE VORREI

Ok, ora ci siamo. Rispettando questi punti, occorrerebbe partire dalle cessioni obbligate: Ranocchia, Nagatomo, Brozovic, Andreolli, Santon, Biabiany. Purtroppo sono stati giocatori che non hanno dimostrato per un verso o per un altro un livello di gioco o motivazionale da Inter. In una squadra così importante non ci si può permettere che dei giocatori siano poco motivati (Brozovic) o sempre infortunati/indisponibili (Santon, Biabiany). Alla lista si può aggiungere Kondogbia, giocatore che è cresciuto negli ultimi mesi ma resta una scommesa persa. Vendendo tutti questi giocatori, l’Inter si farebbe un tesoretto importante. Parliamo dei colpi in entrata: sarebbe bello immaginarsi una rabona fatta da Di Maria in nerazzurro? Naturalmente, ma all’Inter servono giovani che possano tornare a dare garanzie e compattezza. Un Dimarco sulla fascia, un Benassi in mezzo al campo e un giocatore come Berardi o Bernardeschi in attacco. Giocatori giovani, italiani e in prospettiva. Magari sarebbe opportuno anche aggiungere anche giocatori che conoscono a memoria il nostro campionato come Manolas e Borja Valero. C’è bisogno di fare un mercato sensato, non servono i super nomi alla James Rodriguez, servono guerrieri che vogliono lottare e vincere per questa maglia. E forse, dopo tanti anni negativi, i tifosi lo meriterebbero.

#InterIsComing (si spera).

Fonte foto in evidenza: inter.it

 

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