Intervistato in esclusiva da Calciomercato.com, Marko Livaja ha commentato il suo trasferimento al Rubin Kazan tracciando anche un bilancio della sua esperienza italiana. Ecco le parole dell’attaccante croato…
Cosa ti aspetti da questa nuova avventura e come รจ stato il primo impatto?
“Mi aspetto innanzitutto di ripagare la fiducia che il Rubin mi ha dato. Il primo impatto รจ stato fantastico. Prima il colloquio con il direttore sportivo che mi ha spiegato nei minimi dettagli il perchรฉ mi ha voluto, quando e dove mi ha seguito e che progetti ha per il Rubin e per me. Poi le visite mediche, 8 ore al giorno per due giorni, in 5 istituti di medicina diversiโฆ una professionalitร incredibile. Sono felicissimo e non vedo lโora di cominciare con la maglia del Rubin”.
Cosa vuoi dire all’Inter, all’Atalanta e ai loro tifosi? Ti dispiace che non abbiano potuto vedere il vero Livaja?
“Voglio ringraziarli per avermi dato la possibilitร di giocare in Serie A e di aver potuto indossare due maglie a cui tengo tanto. Ringrazio i tifosi per avermi dimostrato tanto affetto e avermi sostenuto ed auguro ad entrambi i club tante vittorie. Il vero Livaja lโhanno visto a tratti purtroppo, un poโ per mie colpe e un poโ per colpe altrui. Ma non posso dimenticare bellissimi momenti quali le vittorie contro la Lazio in finale a Gubbio con la primavera, la finale a Londra contro lโAjax nelle NextGenerationSeries, la partita contro lโHajduk a Spalato, il mio debutto con lโInter, i gol al Neftรงi a San Siro, la doppietta contro la Romaโฆ tanti bei momenti indimenticabili. Ma questo eโ il passato, ora mi sento al 100% un giocatore del Rubin. Permettetemi perรฒ un saluto che ripeto in ogni intervista. E’ un grazie al Presidente Percassi e al figlio Luca per il sincero affetto dimostratomi sempre, in ogni momento, bello e meno bello”.
Hai altri bei ricordi legati allโItalia?
“Un poโ ne ho giร parlato nella domanda precedente ma me ne ricordo anche altri: la firma con lโInter con le parole di Ausilio che mi ha convinto a legarmi ai colori nerazzurri, la mia prima gara con lโAtalanta, il mio primo gol con la corsa sotto la curva dei tifosi della Dea”.
Marco Giampaolo a Cesena ti aveva paragonato a Rooney: a quale giocatore ti ispiri?
“A me piace tanto Ibrahimovic. Mi impressiona la sua forza e la sua tecnica. Una volta ho letto una sua dichiarazione: io sono Ibrahimovic e vinco sempre! Questo รจ quello che ho detto al telefono ad uno dei miei agenti prima della finale di Gubbio (ride, ndr)โฆ e poi abbiamo vinto”.
Cosa ricordi della NextGen Series vinta con l’Inter? Che rapporto avevi con Andrea Stramaccioni?
“Col Mister ho avuto un rapporto bello, mi consigliava sempre facendomi crescere sopratutto tatticamente. La NextGen รจ stata unโesperienza fantastica. Cโera un gruppo di giocatori fortissimi, ma era lโambiente che era bello. Samaden e Paolillo ci sostenevano come se fossimo tutti i loro figli. Bellissima avventura”.
Ti piacerebbe tornare in Italia un giorno?
“A questo non penso in questo momento. Sono un giocatore del Rubin e voglio fare bene con il Rubin. Voglio fare tanti gol, giocare bene e dare un contributo importante per portare il Rubin ai vertici del calcio russo. Poi nel futuro non si sa mai”.
Cosa ne pensi di Mauro Icardi? Pensi che in Italia si facciano troppe polemiche per quello che succede fuori dal campo?
“Eโ un buon giocatore. Non lo conosco bene. I nostri destini sembravano incrociarsi quando sono stato vicino al prestito alla Sampdoria, ma poi non se nโรจ fatto nulla. LโItalia vive di calcio 24 ore al giorno, quindi le polemiche su quello che succede fuori dal campo sono quasi una conseguenza inevitabile. Non รจ una cosa molto positiva, soprattutto quando si parla di giovani, come Icardi. Noi siamo uguali a tutti gli altri giovani e facciamo le stesse cavolate che fanno tutti i nostri coetanei, ma bisogna giudicarci per quello che diamo in campo”.
In Croazia sta crescendo una generazione molto interessante: Kovacic (che รจ arrivato all’Inter quando tu sei andato via), Pasalic e tanti altri. Vi sentite il futuro del calcio croato? Tra i tuoi obiettivi c’รจ anche giocare in nazionale maggiore?
“In Croazia siamo poco piรน di 4 milioni di persone e da sempre, dal nostro campionato, vengono fuori grandi giocatori. E ne verranno fuori sempre. Pasalic abita vicino a casa mia, รจ un grande talento ed ha un bel carattere. Ha dimostrato tanto in Croazia, ma adesso lo deve fare allโestero dove le cose sono piรน difficili. Kovacic รจ un grande talento. Giocare con lui – in nazionale – รจ sempre un piacere perchรฉ in campo ci capiamo senza parlare: mi passa la palla esattamente dove me la aspetto. Farร una grande carriera. ร ovvio che come ogni giovane calciatore sogno la nazionale, spero che arriverร molto presto”.