Cinismo, fase difensiva e fattore psicologico: Inter, cambia marcia!

L‘Inter torna da Torino con le ossa rotte, con tanta delusione e con un pizzico di rammarico. Sì rammarico, perché i nerazzurri hanno giocato come fatto nell’ultimo mese, soprattutto nella prima frazione di gara, ma questa volta non è bastato.

Ci sono partite e partite, ognuna con una storia diversa e ci sono, di conseguenza, sconfitte e sconfitte.

Quella scaturita ieri sera è stata decisa da episodi, sì, ma anche grazie ai meriti della Juventus, capace di fare nel secondo tempo quello che ai nerazzurri non è riuscito nel primo.

Le premesse, prima della partita e dopo pochi minuti di gioco erano buone. L’Inter si presentava in uno stato di forma ottimo, i bianconeri, invece, con i tanti dubbi di una stagione fino ad ora altalenante, fatta di alti e bassi.

Nel calcio, però, c’è un elemento che fa la differenza e ieri l’ha fatta: il cinismo.

Juventus-Inter
Getty Images, Inter, Juventus, Barella

Tre grandi occasioni per i nerazzurri nei primi quarantacinque, ma tutte e tre sciupate. Due per i bianconeri nel secondo tempo, sfruttate.

Anche da questo si può riassumere il big match di ieri sera, molto probabilmente, soprattutto da questo.

In gare come queste, più che in qualsiasi altra partita, le occasioni a disposizione possono essere poche e se non si sfruttano al massimo, allora tutto si può compromettere.

Il ‘famoso’ cinismo di cui si parlava.

Sembra, però, che i problemi dell’Inter non siano da rimandare solo alla poca lucidità sotto porta, ma anche ad altro.

Inaccettabile, o meglio, incomprensibile, per essere meno disfattisti, che una squadra che negli ultimi due anni ha vinto trofei, primeggiando, in men che non si dica non abbia più la capacità di difendere la propria porta e che vada in ansia nelle sfide più importanti.

Perché per quanto l’essere cinici sia una prerogativa importante, bisogna considerare anche altri elementi.

Fa riflettere la poca organizzazione difensiva di una squadra che proprio dalla solidità del reparto arretrato aveva fondato le basi della propria rinascita e fa preoccupare il blocco psicologico che scatta nei big match.

Diciannove gol subiti in sole tredici giornate di Serie A, quattro sconfitte su altrettante partite nei big match (Lazio, Milan, Roma e Juventus).

Il prosieguo della stagione sarà molto strano, per via della lunga sosta dovuta ai mondiali, la sensazione è che da gennaio inizierà un nuovo campionato, ma mancano altre due partite da qui alla pausa e non bisogna sbagliarle.

Con un occhio al sorteggio di Champions League e la speranza che almeno quello sorrida ai nerazzurri, in una mattinata dal risveglio amaro.

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