Correa: “La scelta di venire all’Inter? Vi dico cosa mi ha detto Veron”

Nel format di Inter TV ‘Careers’, i giocatori nerazzurri rivivono il loro percorso calcistico. Oggi è il turno di Joaquin Correa, in questo momento indisponibile per infortunio ma voglioso di tornare subito in campo.

Joaquin Correa, Inter

L’intervista

El Tucu tocca diversi argomenti e parte proprio dalla nascita del suo soprannome:

Da dove nasce il soprannome Tucu?
E’ il mio soprannome sin da piccolo, mi piace. Chiamano così tutti quelli che partono da Tucuman e vanno a Buenos Aires, ci sono abituato“.

La prima esperienza in Italia.
“E’ stato un anno bellissimo alla Samp, ho imparato tantissimo. Ho avuto qualche infortunio, qualche cambiamento nelle modalità di allenamento. Ma ho ricordi belli, compagni come Eto’o che mi hanno aiutato tanto”.

Giocare con Eto’o cosa vuol dire?
E’ bellissimo, è stato un giocatore pazzesco anche a fine carriera. Mi dava tanti consigli”.

Come è cambiato il tuo calcio in Spagna?
“Magari giocavo in un’altra posizione, più da esterno: mi trovavo bene anche lì. In Spagna il calcio è diverso, meno tattico rispetto all’Italia”.

Di quello che fai in campo, quanto è istinto e quanto preparazione?
Tanta preparazione, devi mettere tutto quello che hai. Un giocatore diventa tale quando inizia, quando gioca in strada”.

Il consiglio che ti dà Inzaghi e la cosa che lo fa arrabbiare di più. 
“Mi lascia fare il mio calcio, ma mi dice di stare sul pezzo in fase difensiva. Mi dici di puntare i difensori, fare quello che so fare: mi lascia essere me stesso”.

Giocare con Lautaro cosa vuol dire?
“Abbiamo un bellissimo rapporto, l’importante è stare bene insieme: giocare anche con l’Argentina ci aiuterà. Tutti e due vogliamo vincere, andrà tutto bene”.

La prima visita ad Appiano Gentile e la foto con Zanetti.
Ero un ragazzino emozionato quando sono venuto, poi con tanti sforzi, dopo qualche anno, sono arrivato per restarci. Ora sono un uomo con un’esperienza nel calcio, ma questa foto mi fa tenere i piedi per terra perché all’epoca sognavo. Ora che sono qua davvero e lo apprezzo ancora di più”.

Condividere il campo con Veron.
“E’ stato un giorno bellissimo perché era la mia seconda partita all’Estudiantes, l’ultima di Sebastian nel suo stadio. E’ stata una festa bellissima, a due minuti dalla fine sono entrato io, la foto di quel momento la tengo a casa. Per me è stato più di un grande giocatore, mi ha insegnato tanto in campo e fuori. E’ stato importantissimo, quando sono venuto all’Inter mi ha fatto i complimenti dicendomi che avevo scelto bene. Ero felicissimo, l’ho ringraziato per quello che ha fatto per me”.

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