Veron: “Per vincere devi anche avere giocatori un po’ matti”

E’ andata in onda oggi su Inter Tv la quarta puntata di Inter Calling con protagonisti Ivan Ramiro Cordoba e Juan Sebastian Veron. L’argentino ha ripercorso insieme al colombiano il suo trascorso in nerazzurro.

VERON: “CONOSCEVO L’INTER E LA SUA STORIA”

Soprannominato la Brujita, nonostante i soli due anni trascorsi in nerazzurro, Juan Sebastian Veron avrà un posto particolare nei ricordi dei tifosi interisti. Il ritorno in Italia dopo due anni in Inghilterra ha sorpreso un pò tutti, ma in nerazzurro c’era chi credeva in lui: “Sono arrivato con Mancini, conoscevo l’Inter e la sua storia, il nostro obiettivo era fare un gruppo vincente. Quello che è successo dopo è stato tutto meritato, frutto di un calcio nobile. Ci sono stati molti allenatori e giocatori intelligenti che hanno permesso di costruire un altro pezzo di storia della società. In quel gruppo c’era molto carattere, molta solidarietà e rispetto e quando c’è quello puoi intuire che qualcosa sta nascendo“.

Passato alla storia per le sue giocate, è impossibile non ricordare la fasciatura con cui sin dagli esordi si presentava in campo. Dotato di una precisione micidiale, Veron spiega come l’impegno porta sempre i suoi risultati: “I miei lanci di 70 metri? Sono caratteristiche innate e che migliorano stando sempre con il pallone, continuando a calciare, allenandosi negli anni per migliorarle. Io non avevo il dribbling di Figo o l’elevazione di Cordoba ma sapevo colpire bene il pallone con i miei lanci lunghi. Calciare il pallone contro il muro, piano e forte, in diverse maniere serve tantissimo, quando mio padre mi portava ad allenarmi lo facevo sempre e ho continuato a farlo negli anni”.

In quegli anni in nerazzurro erano moltissimi i giocatori di talento. Un gruppo fantastico e molto compatto, con personalità molto diverse tra loro: “Per me in quel momento c’era molto movimento a centrocampo e giocatori con diverse caratteristiche. Una squadra deve avere un buon portiere, buoni difensori e chi sta davanti deve segnare e nel nostro centrocampo era così. La storia si scrive sul campo. Sono felicissimo di aver fatto parte di una grande squadra e società”. Tra i giocatori più simpatici del gruppo, Veron non ha dubbi: “Uno era Vieri, l’altro Kily Gonzalez ma per vincere devi avere anche giocatori un po’ “matti”, nella squadra ci deve essere un po’ di tutto. Poi c’erano Toldo, Materazzi e gli altri”.

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