PAGELLONE 2019 – LA DIFESA – Se vuoi una casa solida parti dalle fondamenta

Non è stato un anno per nulla facile, quello della difesa nerazzurra. Se grazie ad alcuni acquisti Handanovic e compagni sono riusciti a mantenere un discreto passo ad inizio stagione, ecco che poi nella restante parte gli scricchiolii sono cominciati ad arrivare. Tutto sommato, però, con quello che c’era Spalletti è riuscito ad ottenere una buonissima quarta posizione e Conte si è ritrovato alcune sicurezze su cui puntare per la stagione in corso.

PAGELLE 2019, LA DIFESA: HANDA-DE VRIJ MURO, ASPETTANDO LA VERA GDS

Passiamo ora all’analisi dei singoli:

HANDANOVICvoto 8 – Eletto miglior portiere della serie A, lo sloveno disputa il miglior anno da quando è nerazzurro macinando record su record. A metà della scorsa stagione, complice anche la telenovela Icardi si trova con la fascia di capitano al braccio e adempie al ruolo in maniera impeccabile.

PADELLIs.v. – Impiegato solo in Coppa Italia vede il campo per 1 partita collezionando la bellezza di 120 minuti in campo. Se Napoli e Juventus ormai fanno fatica a distinguere tra primo e secondo portiere possiamo tranquillamente dire che purtroppo Daniele è finito nella squadra sbagliata.

BERNI s.v. – Indossa i guanti praticamente solo per le foto di rito e per gli spot pubblicitari. Ricopre con grande ardore il duro mestiere del terzo portiere presenziando tra i pali per un totale di 0 minuti in 5 anni.

BASTONIvoto 6.5 – Dopo un’eccellente stagione al Parma approda finalmente in una grande squadra. Se inizialmente si pensava avrebbe visto il campo con il contagocce ad oggi è diventato la prima alternativa ai frequenti infortuni di Godin ma sempre fornendo prestazioni eccellenti. Ancora giovane dimostra però di saperci fare e i margini di crescita ci sono.

DE VRIJ voto 8 – I tifosi della Lazio ancora faticano a perdonarlo, ma grazie alle sue prestazioni l’Inter riesce a qualificarsi per due anni consecutivi alla fase a gironi di Champions. Impeccabile nella difesa a 4 in coppia con Skriniar e vero leader della difesa a 3 non sbaglia mai un colpo. Difensori così è difficile trovarne in giro, ma sfortunatamente in Olanda si trova davanti nomi come de Ligt e van Dijk.

GODIN – voto 6+ – arrivato per dare maggiori stabilità ed esperienza internazionale, El Pharaon comincia la sua stagione con un brutto infortunio. In un campionato completamente diverso da quello spagnolo fatica inizialmente con la difesa a 3, ma nelle ultime gare ritrova il giusto passo tornando a fornire la giusta garanzia che ci si spetta da quel nome. (19/20: 16 presenze)

MIRANDA – voto 6 – l’arrivo di de Vrij di fatto relega il capitano della Selecao in panchina e da li iniziano i primi malumori. Trova il campo con il contagocce e quando gioca sembra non essere quel giocatore visto con la maglia dell’Atletico. Volendo trovare più spazio abbandona Milano con un’offerta faraonica dello Jiangsu Suning ritrovando il connazionale Eder

RANOCCHIAvoto 6+ – gioca più minuti da attaccante che da difensore perché in piena emergenza i suoi centimetri sono gli unici che potrebbero fare la differenza. È sempre al servizio della squadra e tutti i tifosi finalmente gli riconoscono il giusto merito. Da vero leader silenzioso ottiene il prolungamento di contratto e viene riconfermato da Cont che riconosce in lui una presenza fondamentale per gli equilibri nello spogliatoio.

SKRINIAR – voto 7 – Arrivato dalla Sampdoria come una giovane promessa, in barba a tutti gli scettici si conferma una garanzia in fase difensiva. Forse non brillante come nella prima stagione fa dell’anticipo il suo cavallo di battaglia mettendo a dura prova attaccanti del calibro di Suarez e Messi. Quest’anno fatica un po’ con la difesa a 3, ma resta presenza fissa in campo.

D’AMBROSIOvoto 7+ – Ogni anno a cercargli un sostituto ma alla fine la spunta sempre lui. L’ex Torino è stato l’unico tra i terzini in rosa a garantire la giusta sicurezza e continuità trovandosi così da panchinaro sicuro a titolare inamovibile. A 3 o a 4 poco importa, lui riesce sempre a fare il suo togliendosi anche qualche soddisfazione segnando in più di qualche occasione.

DALBERT – voto 4 – a tutti va concessa una seconda possibilità e così Spalletti se lo ritrova in rosa anche per la nuova stagione. Come nella prima però il brasiliano proprio non riesce a inserirsi nei meccanismi dell squadra. Prova ad emulare Gresko nel match contro l’Empoli fondamentale per la qualificazione in Champions, ma fortunatamente non ci riesce. Inserito nell’affare Biraghi ancora oggi ci si chiede chi tra Inter e Fiorentina abbia fatto l’affare. (18/19: 12 presenze, 1 goal)

ASAMOAH voto 6 – su di lui pesa ancora l’enorme colpa dell’errore contro il PSV, ma le sue sufficienti prestazioni nel corso della stagione fanno dimenticare l’accaduto alla tifoseria. Ottiene un discreto minutaggio e ripaga la fiducia di Spalletti solcando la fascia come ai tempi della Juve. Quest’anno ritrova Conte, ma sfortunatamente l’infortunio prima e il recupero prolungato lo allontanano dai campi per molto tempo.

CEDRIC voto 5 – arrivato in prestito a gennaio per sostituire l’infortunato Vrsaljko, il portoghese trova poco spazio tra i titolari di Spalletti. Entra in campo solo per far rifiatare Asamoha e D’Ambrosio finendo così per non essere riconfermato.

DIMARCO – s.v. – paragonarlo a Roberto Carlos ci sembra un po’ troppo. Di ritorno dopo la buona stagione disputata a Parma trova poco il campo con Conte. Il suo passato nelle giovanili consente di poterlo inserire in lista Champions ed è forse questo uno dei motivi che più hanno spinto la dirigenza a riportarlo in nerazzurro.

BIRAGHI – voto 4.5 – dopo l’estenuante trattativa per portarlo in nerazzurro, ancora in molti faticano a trovare il senso di questo scambio con la Fiorentina. Se è pur vero che ci si è “liberati” di Dalbert, Biraghi fatica a trovare il giusto ritmo sbagliando molto sia in fase di impostazione che in fase difensiva. Encomiabile l’idea di portare giovani italiani in rosa, ma forse sono altri i nomi su cui si dovrebbe puntare.

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