EDITORIALE – Caro Luciano, a questi livelli, chi non rischia è perduto

Inter che, contro la bestia nera Sassuolo, non è riuscita ad andare oltre un blando 0 a 0, merito tra le altre cose di un Handanovic tornato all’antica versione saracinesca, invece di quella recente da citofono. Come di consueto, i neroverdi hanno la capacità di evidenziare tutti i limiti e le lacune di una squadra che, nonostante il passare degli anni, acquista sempre più le sembianze di un’eterna incompiuta.

LUCIANO, TI MANCA LO STEP FINALE…

Tuttavia, specie in partite tese e incerte come quella di ieri, la vera pecca, la mancanza maggiore, non pare a livello tecnico o di voglia. Ma a livello di coraggio, di carisma. Soprattutto, dopo tanti episodi simili va purtroppo detto e rimarcato, per colpa di Luciano Spalletti. Il tecnico di Certaldo ha doti di valore assoluto, lungi da me accusarlo di essere un mediocre. Spesso però, dimostra di non aver completato con successo il percorso di maturazione da buon, ottimo, allenatore, a mister d’élite. E, a ormai 60 anni, pare difficile che riesca finalmente a fare lo step successivo, che riesca a maturare definitivamente.

Spalletti, forte delle proprie convinzioni e della assoluta certezza di essere nel giusto, tira dritto sulla propria strada, senza farsi influenzare dalle critiche o dai pareri discordanti. Qualità che, per quanto ammirevole nei momenti gloriosi, appare più come una zavorra, specie quando i passi falsi arrivano sempre con lo stesso modus operandi. Luciano non getta mai il cuore oltre l’ostacolo, non cerca mai il guizzo in più a gara in corso, la “genialata” per portare a casa i 3 punti. Non si discosta mai dal proprio prevedibile e limitato credo tattico, per quante volte possa sbatterci la testa.

SEMPRE GLI STESSI ERRORI, COME SI FA A SVOLTARE?

Insiste fino alla nausea su un modulo contro cui, a meno di rare giornate di grazia, anche i sassi sanno prendere le giuste contro misure, affidandosi continuamente ad un Perisic sempre più avulso e inutile. A discapito dell’intera squadra, costretta quasi sempre a giocare sostanzialmente con un effettivo in meno, e anche di chi in panchina potrebbe dare un apporto ed un carattere decisamente maggiore, vedi Lautaro. Evita sempre cambi che possano alterare l’equilibrio della squadra, finendo però proprio per ottenere l’effetto contrario nel caos degli innesti tardivi. Senza però capire e imparare dai propri errori.

Il coraggio è la virtù dei forti, caro Spalletti. Se la strada che si vuole continuare a intraprendere è questa, probabilmente tanto forti non si è. Forse è arrivato il momento di pensare a che piega si vuole far prendere al progetto Inter. Perché, a certi livelli, bisogna saper prendersi una certa percentuale di rischi. Rimanere aggrappati al porto sicuro va bene solo se si vuole continuare a marcire nel limbo degli incompiuti…

Fonte immagine in evidenza: Screen youtube

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