L’atavico problema del terzino sinistro nerazzurro

Stagione dopo stagione, un vecchio problema si ripropone sempre: ma chi deve giocare come terzino sinistro? Storicamente, questo ruolo è sempre stato molto vacante nella storia nerazzurra. Solo due grandi eccezioni, Giacinto Facchetti e Andreas Brehme, hanno per anni fissato un impero sulla corsia mancina. Anche nel 2010, quel ruolo fu quasi “scoperto”, nonostante Zanetti e Chivu vi si alternarono con ottimi risultati e discrete prestazioni. Ma, dagli anni successivi, questa falla è tornata ad assumere proporzioni cosmiche.

ACQUISTI FLOP E ADATTAMENTI FORZATI

In estate l’Inter ha investito nel settore dei terzini. L’acquisto di Dalbert e l’intelligente scambio di prestiti Kondogbia-Cancelo sembravano operazioni degne di lode. L’azzardo però ha pagato solo per metà. Se il portoghese ha conquistato Spalletti e il pubblico di San Siro, il brasiliano sta pian piano ammuffendo in panchina. Nulla di scandaloso: le sue prestazioni finora hanno mostrato soprattutto timore di sbagliare e sofferenza. Se l’ex Nizza possa risultare ancora un buon investimento, lo diranno le prossime stagioni, ma intanto l’Inter anche quest’anno non ha avuto un terzino sinistro all’altezza della situazione.

Paradossalmente, chi lo ha meglio interpretato finora non è più in rosa. Yuto Nagatomo ha iniziato bene la stagione, ha perso poi posti nelle gerarchie e ha salutato a gennaio. Direzione Istanbul. A lui è succeduto Santon, considerato per un breve tratto stagionale un miracolato. Spalletti aveva trovato la cura per la sua cronica insicurezza? Il tempo non è stato galantuomo. Due/tre partite dense di svarioni hanno riconsegnato un giocatore scostante e tolto punti all’Inter. Nel mentre, Dalbert non è mai riuscito a convincere in nessuna delle sue sporadiche apparizioni.

CANCELO-DA’MBROSIO VAN BENE, MA DALL’ALTRA PARTE…

Si è così arrivati alla scelta definitiva. Cancelo e D’Ambrosio esterni difensivi titolari: sì, ma dove? Spalletti li ha alternati, provandoli entrambi sulla loro corsia preferita. Risultato? Pressoché poco sufficiente. Sia l’ex granata che l’ex Benfica hanno manifestato dei disagi. Spalletti si è convinto ad insistere su D’Ambrosio solo perché non avrebbe avuto più senso fare a meno della mole di gioco e occasioni creata da Cancelo sulla sua fascia di competenza. Il giocatore napoletano sopperisce con impegno, dedizione, una fase difensiva spesso impeccabile, intelligenza, ma nella fase di attacco l’apporto è deficitario. Avere un giocatore insicuro col mancino toglie soluzioni, aumenta la prevedibilità delle giocate. Non è un caso che Perisic abbia sviluppato un minimo di intesa e di sincronia solo con il samurai giapponese spedito altrove. La conduzione della palla è spesso faticosa, l’obbligo di vertere verso il centro è neutralizzato con facilità. Viene così a mancare sia uno sbocco in costruzione, che una possibilità di rifinitura.

E così, anche la prossima estate sarà spesa alla ricerca di un benedetto terzino sinistro, con Asamoah già in rampa di lancio. La lista dei giovani impegnatisi in questo arduo ruolo è più che estesa. Siamo pronti ad aggiornare con l’ennesimo nome, in attesa di trovare una nuova leggenda come Sacchetti e Brehme, o di “accontentarci” con un prezioso tampone stile Maxwell.

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