Repubblica – Il flop delle proprietà estere in Italia. Suning ha perso…

Cosa accumunano Inter, Roma, Milan e Bologna? Tutti e 4 hanno una proprietà straniera ma a differenza della Premier i soldi esteri non hanno portato alcun trofeo. Ecco l’analisi di Repubblica su Suning e le sue “sorelle” italiane.

SUNING E LE SUE SORELLE

Il quotidiano analizza dal punto di vista numerico l’impatto delle proprietà estere in Italia:  Un miliardo e trecento milioni investiti, duecento calciatori acquistati, quindici allenatori assunti. E zero trofei. La “legione straniera” della Serie A ha fatto flop, gli sceicchi che “comprano” scudetti e riscrivono la storia delle loro società non abitano qui. Tom Di Benedetto (poi svanito) e James Pallotta aprirono le frontiere rilevando la Roma nel 2011. Seguirono Joey Saputo a Bologna, Erick Thohir e poi il gruppo Suning all’ Inter fino a Li Yonghong al Milan: tutti salutati come i salvatori della patria, l’elettroshock esterofilo in grado di rinnovare il provincialissimo calcio tricolore. Non è andata così, i risultati sono rimasti gli stessi e il bilancio sportivo è nero: unica gioia, la promozione del Bologna in AProprietà che comunque hanno investito parecchio nei loro club: “Pallotta ha versato nella Roma quasi 290 milioni, la famiglia Suning ha scommesso sull’ Inter 530 milioni in 19 mesi, Saputo ha staccato un assegno da 100 milioni per i rossoblù. E il misterioso Li Yonghong ha rafforzato il capitale dei rossoneri con 60 milioni, ne ha spesi 220 sul mercato e si è indebitata per 420 per acquistarli. In tutto 1.118 milioni spesi sul mercato“. Soldi spesso mal spesi, basta ricordare gli oltre 70 milioni spesi dall’Inter per il duo Gabigol e Joao Mario. E le società faticano ad ingranare nei ricavi: c’è chi si affida alle plusvalenze come la Roma e chi alle sponsorizzazioni come l’Inter, forte dei soldi arrivati dalla Cina anche se a gonfiare i ricavi ci pensano i 56 milioni per i diritti del nome sul centro d’allenamento e le sponsorizzazioni in Cina versati dall’azienda di Zhang che dovrà trovare altri investitori per diversificare rischi e entrate. Quest’anno ha l’obbligo di centrare il pareggio per non finire nel tritacarne del Fair Play e all’appello mancano circa 40 milioni. 

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