RILEGGI LIVE – Spalletti in conferenza: “Alla fine si tirano le somme. Rafinha gioca. Il mercato…”

Parola a Luciano Spalletti per la consueta conferenza stampa dal Suning Training Center. Come sempre, su SpazioInter potrete seguire la diretta testuale con le dichiarazioni del tecnico nerazzurro.

LIVE LA CONFERENZA DI SPALLETTI

Icardi ci sarà?

“No, Mauro non è convocato. Non può giocare da casa, anche se lui vorrebbe, ma non ci sarà. Emmers invece, che sta giocando con la Primavera, è convocato”.

Si aspettava qualcosa in più dal mercato invernale?

“Potete riprendere le risposte dall’inizio dell’anno: o si fa finta di capire o evidentemente c’è altra volontà. Il vero smacco del mercato è stato non riuscire a proteggere i tifosi dalle false aspettative perchè diventano poi grandi delusioni. Si crea un malessere con gli sportivi e con chi lavora da dentro ed ha a cuore i colori. Oltre a mettere in confusione i giocatori che percepiscono l’idea di essere sostituiti. L’ho detto dall’inizio, prima di cominciare la stagione, ma ora mi state facendo dire che ho chiesto calciatori e che non sono contento. Raccontate quello che immaginate o vi pare, perchè tutto questo casino creato vi garba di molto. Non ho mai detto che mancano calciatori, ho detto a Firenze che Santon avrebbe giocato centrale perchè avevo tutti fuori. I nostri direttori sono stati bravi ad inserirsi in questi equilibri che bisogna avere per il mercato. Ora sembra che sono in disaccordo con chissà chi, ma lo sono solo con me stesso perchè devo fare di più. Noi da qui in avanti giochiamo nella dimensione in cui siamo. Nel discorso generale siamo a posto, il momento non va bene e vi dò ragione”.

Colpa dei giornalisti?

“Non è colpa dei giornalisti ma dico che non ho creato queste aspettative. Con me non parlate. Secondo me parlate con altri ma di quello ne parleremo con i direttori. Ci siamo anche venduti che non si va in Cina il prossimo anno. E’ vero, ma è venuto fuori in una riunione e ce lo siamo già venduti. Per noi è importante fare risultati e fare un lavoro che non crei turbative alla testa, perché ai calciatori piace più parlare di gol, di belle giocate, di divise portate in un modo. Ora invece bisogna parlare di che qualità abbiamo esibito, oggi e domani. Di mettersi in discussione nei momenti difficili in cui nascono le incertezze, che toccano a tutti e fanno parte del lavoro in una stagione calcistica. Bisogna però sporcarsi le mani, e l’attenzione è solo in quella direzione ora”.

Mancava qualcuno a centrocampo. Come si ovvierà?

“Le differenze sono sottili. In questo momento siamo caratterizzati dal nostro peggior gioco. Sembra che l’Inter sia diventata la squadra che ha preso la forma del peggior giocatore che ha a disposizione. Attraverso un modo di ragionare e frequentare questo ambiente si può riprendere la forma del nostro migliore. Anche se un giocatore attraversa delle difficoltà, non è detto che tutta la squadra debba farsi caratterizzare da quell’elemento. Si può assomigliare invece alle qualità che ci hanno permesso di essere calciatori o allenatore dell’Inter. Ho parlato di Ramires in alcuni momenti perché è un giocatore completo, non ne avevamo molti. Ma Steven Zhang mi ha detto che non si poteva fare e mi sembra una persona coerente e corretta. Io vi ho detto che certi limiti non li potevamo oltrepassare e sarebbe stato difficile trovare chi poteva migliorarci, questo perché me lo aveva detto lui e non l’ho inventato. Rafinha l’ho trovato meglio di quanto pensassi, visto quello che ha passato. Ha fatto degli allenamenti duri da reggere la scorsa settimana, avevamo fatto delle sedute difficili sotto l’aspetto muscolare, pensavo ne risentisse e invece è andato tutto bene. Poi questa settimana abbiamo dovuto abbassare perché ha avuto il sentore che non aveva avuto ed è normale. Lui è uno di quelli che può darci qualcosa in più sotto l’aspetto della qualità”.

Per te che sei persona social, pensi che gli screzi tra i tifosi ed i giocatori possono far male all’ambiente?

“Dall’interno, per come le raccontate, queste cose paradossalmente ci uniscono anche, oltre a farci divertire. Si ride perché i giornali li leggono tutti e si sa il discorso che ci riguarda. C’è da tenere conto l’effetto che fa sui tifosi. Si trovano a pensare che la loro fede calcistica sia nelle mani di bambini e non professionisti. Domani ci saranno 50mila spettatori, che sono tanti per il nostro momento. Posso assicurare loro che hanno a che fare con dei professionisti veri e che tengono al lavoro che fanno. Vogliono dare tutto e la più bella soddisfazione ai tifosi, in questo caso riportargli in Champions. C’è da fare anche una riflessione intelligente su quello che comporta trattare queste cavolate a finestre aperte. Ci sono cose che non vanno portate nello spogliatoio. I social sono importanti, ma qui si fa una cosa dove non possono essere portate le cose che si hanno a casa. Non bisogna assolutamente provocare inutili preoccupazioni ai nostri tifosi, perché ci sostengono tutte le domeniche e sono lì a soffrire per un risultato della propria squadra, per cui questa riflessione la dobbiamo fare. Anch’io scrivo e devo fare attenzione di non andare a creare questi dubbi nei nostri tifosi. E’ chiaro che ora il tifoso, dopo che gli si dicono tutti questi nomi, ha un entusiasmo in calo e l’equilibrio è sottile. Spero non si abbassi l’entusiasmo e li ringrazio di essere di nuovo 50mila perché dimostrano maturazione, hanno veramente il carattere forte e la testa solida per continuare a crederci, che non è per forza applaudire o ridere come uno plastificato. Vuol dire anche fischiare, essere dispiaciuti di come va un’azione, vuol dire qualcosa che a vedersi non ‘fa figo’, ma l’importante è essere allo stadio. Questo fa vedere che ci credono. C’è gente che per vedere a quell’ora la partita torna a casa a metà notte, perchè non sono tutti di Milano. Di questo dobbiamo tenere conto”.

Alcune trattative non le abbiamo inventate. Diversi nomi sono stati trattati: cosa ci si deve aspettare da questa gestione?

“Ognuno fa riferimento al soggetto da cui ha ricevuto nomi o situazioni di mercato. Noi abbiamo tutti gli ingredienti per poter competere per il traguardo, che è importantissimo e difficilissimo, ed i numeri dicono che possiamo stare in questo traguardo. E’ chiaro che bisogna fare chiarezza, perché i traguardi si possono raggiungere lavorando o spendendo più soldi di quelli che abbiamo. Dobbiamo dire le cose vere ai nostri sportivi, non trarli in inganno. Per quanto riguarda me, a fine anno si tirano le somme di ogni cosa. Si hanno più conoscenze e mezzi e si farà il confronto su quello che è stato il rapporto, se è stato vero, interno o parziale. Davanti allo specchio bisogna sempre andarci a volto scoperto. A noi non spetta nulla di diritto, abbiamo quella storia ma dobbiamo ricostruire l’espressione storia per tornare in quella dimensione. Le strade sono tante, ma è fondamentale non creare false aspettative, perché uno rimane deluso e poi questa delusione ce la fanno assorbire, perché noi un po’ ci entriamo in quella delusione.

Ramires e Pastore? Difficile immaginare che non arriveranno?

“Di Ramires e Pastore non dovete parlare con me, ma con chi ve l’ha detto. Io ho fatto una battuta, poi ci sono dei numeri. Noi non possiamo aumentare il budget su quella dimensione ed è fondamentale. Non so quanto guadagni Pastore, ma sicuramente più dei nostri calciatori e allora devi fare un’uscita e mettere a posto i numeri. E poi, avendo già preso Rafinha che ha caratteristiche simili, i direttori hanno apportato qualcosa di positivo, che è grosso modo simile a quel giocatore. A proposito di numeri, ho appuntato: Icardi ha segnato 14 gol senza rigori, 5 li ha passati Perisic. E’ la stragrande maggioranza degli assist. Voi lo sapete, ma vi interessa far casino. Tra i passaggi, quelli che passano più palla a Icardi sono Perisic e Vecino. Un pochettino sotto c’è Brozovic perché ha giocato metà partite e gli passa metà dei palloni. Poi i numeri uno li fa apparire come vuole. Sul far casino ho sbagliato e mi sono fatto trasportare, ma è l’irresistibile fascino del creare casino”.

Due mesi dai tre punti: come si batte il Crotone domani?

“Bisogna essere convinti che ci sono altre cose che ci hanno accompagnato a questo momento, per cui bisogna rafforzare quelle convinzioni e usare di più quelle che sono andate a buon fine. Troveremo un Crotone che ha ritrovato entusiasmo, perché Zenga l’ho conosciuto andando in giro per il mondo con lo Zenit e abbiamo lavorato nello stesso centro, io ci ho parlato e ho toccato con mano il suo lavoro. Dobbiamo riuscire a tenere il pallino in mano e costruire bene con velocità e qualità da dietro, riuscendo a stanargli il fortino che creeranno. Non dobbiamo subire la ripartenza perché avranno il comportamento dell’animaletto che esce fuori dalla tana e si mette a posto. Vedo segnali positivi sotto l’aspetto dell’interesse, ma li avevo visti anche le altre settimane e non è bastato. Bisogna fare di più e mi aspetto che domani siamo vogliosi di determinare qualcosa”.

Nel periodo migliore hai messo in guardia sul possibile arrivo del momento difficile. Te lo aspettavi così? Sono tornati i problemi psicologici del passato?

“Due o tre campionati li ho giocati e so che quando non tutto è a posto si può avere il momento in cui viaggi col vento in poppa e poi quello più delicato. La tendenza è eliminare le alternative, perché si assume la forma del momento che si sta attraversando. Non mi aspettavo durasse così tanto questo periodo, e non temevo riaffiorassero quei problemi perchè pensavo fosse una cosa superata. Pensavo avessimo una forza mentale che mi permettesse di stare a questo gioco, invece non è così e bisogna riandare a raschiare sul fondo del barile delle nostre risorse e possibilità e non c’entrerà nulla la mancanza di un giocatore o di un altro. Dobbiamo far bene, anche se ci sono cose che ti succedono e sono nella stessa direzione. Le cose a volte ti accadono perché hai il timore che ti succeda. Bisogna andare a spaccarsi le unghie”.

Rispetto a cosa si tireranno le somme alla fine?

“La somma rispetto a quel che ho visto e all’essere stato interista stando qui dentro dalle 8 alle 10 ore al giorno. Io mi comporto da amico e infatti di amici ne ho tanti, poi a fine stagione si capisce di più. Fino a due mesi fa si aveva un’idea e ora se ne è ha un’altra: bisogna capire in che direzione va il mondo. Ora c’è questo percorso e si tirano le somme. Ora non è il tempo e non ci sono le preoccupazioni di tirare delle somme. Siamo quarti, per il momento, e con noi ci sono squadre importanti. L’anno scorso posti in Champions ce n’erano tre, ora ce n’è uno in più ma le squadre crescono, lavorano, fanno progetti, creano ambizioni continue perché così bisogna fare. L’ambizione ti fa vedere le cose da un punto di vista diverso e ti può far diventare partecipe di quella strada, perché hai chiaro il percorso. Bisogna uscire da questo percorso, perché quello non è tranquillo. Noi domenica non abbiamo ricevuto tiri in porta, si è sbagliato l’uscita all’ultimo momento ma rispetto al passato c’è una sostanza diversa come gol incassati. Il discorso è sempre quello: sei quarto e lì ci sono squadre che l’anno scorso erano là e a qualcuna di queste sei arrivato a 25-30 punti”.

Il percorso da fare da cosa passa?

“Passa dal livello di energia che si mette in un lavoro continuativo nel tempo. Poi vanno fatti discorsi corretti, anche antipatici se ce n’è bisogno. Va messo davanti in base a ogni comportamento che hai. Devi sempre mettere davanti il bene dell’Inter, non c’è altro che puoi porre davanti a te. E poi c’è il fatto che ai giocatori non piace stare in questo condizionamento e reagiscono in maniera più difficile, proprio perché siamo all’Inter e bisogna calarsi nella realtà in cui siamo”.

Cosa vuol dire avere Eder invece di Icardi?

“Che ti viene a mancare il capocannoniere della Serie A, il più forte di tutti nel finalizzare. Hai a disposizione uno che sa muoversi di più e sa creare il buco per i compagni. Lega di più coi centrocampisti. Noi domani probabilmente in alcuni momenti non sappiamo chi conclude l’azione dentro l’area perché se c’è Icardi lui c’è sempre ma in questi momenti ci si accorgerà che ce ne sono due o tre che non ci aspettavano…”.

Rafinha può giocare una fetta importante di gara?

“Rafinha o prima o dopo una porzione di partita la giocherà sicuramente”.

 

 

 

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