28 aprile 2010, Camp Nou, i marziani del Barcellona hanno un solo obiettivo: “remuntada”. Il 3-1 di San Siro pone i blaugrana, campioni d’Europa in carica, in una situazione particolarmente complessa: vincere con due goal di scarto senza subirne alcuno. Di fronte la stoica Inter di Mourinho.
Sei anni fa, una memorabile partita, ancora impressa nella mente dei tifosi nerazzurri. Match che fu l’ultimo passo 
prima della finale di Madrid, che avrebbe consacrato l’Inter campione d’Europa dopo 45 lunghi anni. La “remuntada” blaugrana non ebbe successo contro il fortino nerazzurro, nonostante l’ingiusta espulsione di Thiago Motta al 27’ e la rete in fuorigioco di Gerard Piquè per il vantaggio blaugrana. L’azione che vale Madrid è la super parata di Julio Cesar su Messi, mentre la paura più grande è prima del fischio finale: il goal di Bojan è annullato per un tocco di braccio dello spagnolo, facendo così tirare un bel sospiro di sollievo ai tifosi nerazzurri.
Il catenaccio nerazzurro funzionò alla perfezione: la linea Maginot costruita da Mourinho fu insuperabile per gli attaccanti del Barcellona che vinse solo 1-0 e diede addio al sogno del bis europeo. Due curiosità si ricordano di quel match, accadute entrambe al fischio finale: memorabile fu la corsa di Mourinho col dito alzato in segno di vittoria verso i tifosi locali e la grande “sportività” della società catalana che aprì gli idranti del campo di gioco mentre i giocatori nerazzurri festeggiavano l’impresa eroica. Finale di Champions che l’Inter, a differenza di altre squadre, vinse.