Il ritorno del “Monaco de Tibete”: “Abramovich doveva cacciare prima Mourinho, ha fallito in pieno”

Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani.

Questo proverbio sembra calzare a pennello per l’attuale momento vissuto da Jose Mourinho, esonerato dal Chelsea in seguito a un inizio di stagione ben al di sotto delle aspettative. Sono tanti coloro che, in seguito al fallimento dell’allenatore portoghese, hanno puntato il dito contro un uomo molto propenso a farsi odiare e disprezzare, soprattutto da quanti hanno avuto con lui degli screzi passati, in primis verbali. L’ultimo, in ordine di tempo, è Pietro Lo Monaco, ex amministratore delegato del Catania e protagonista di una delle prime schermaglie dialettiche dello Special One in Italia. Chi non ricorda, infatti, la straordinaria reazione di Mourinho, impegnato ad Atene per un match di Champions League, quando gli furono riferite le parole dello stesso Lo Monaco, che aveva esternato la propria voglia di prenderlo “a bastonate sui denti”:

“Io conosco monaco de Tibete,  Monaco Montecarlo, Bayern Monaco,  Gran Prix di Monaco. Non ne conosco altri. Se qualche Monaco vuole essere conosciuto per parlare di me, mi deve pagare tanto. Per esempio l’Adidas mi paga tanto se io parlo dell’Adidas come sponsor”.

Una tagliente ironia verso cui Lo Monaco, dopo oltre 7 anni e diversi fallimenti professionali alle spalle, può rispondere, come ha fatto ai microfoni di Itasportpress.it:

Contro la corazzata Inter il mio piccolo Catania ha fatto l’impresa sorprendendo lo ‘Special One’ che è uscito sconfitto dal ‘Massimino’. Non abbiamo avuto modo di chiarire dopo la partita ma non c’era bisogno. Ha fatto spendere tanti soldi al Chelsea e credo che Abramovich lo abbia tenuto anche troppo dopo un’annata disgraziata dal primo momento. Siamo in presenza di uno che affossa e svuota anche economicamente le proprie società al di là di qualche titolo che fa vincere. Potendo disporre di una cassaforte importante come quella del Chelsea in questo caso ha fallito pienamente. L’esonero sarà formativo per lui e farà anche esperienza anche se onestamente dire addio mettendosi 50 milioni di euro sorprende. Mi è dispiaciuto vederlo uscire dallo stadio con le mani sul volto ed è scomparsa in un attimo tutta quella sua aria di tracotanza e prosopopea. Lo ‘Special One’ è diventato umano. E’ naturale che paghi dopo aver svuotate le casse del Chelsea”

Un attacco in bello stile verso un personaggio in grado di far felice in molti sia quando vince, che quando perde. Una caratteristica che hanno solo i migliori, per l’appunto, gli speciali.

 

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