Come cambia il mercato in un anno, l’ambizione cresce, i risultati lo faranno?

Il periodo della più serrata austerity e della più ostentata ricerca di opportunità sono ora solo un ricordo. Quest’estate l’Inter si è mossa per giocatori di primo piano, già protagonisti sulla scena internazionale e in grado di offrire già delle garanzie.

Non più gente in esubero, giocatori alla ricerca dell’ennesima opportunità (poi di nuovo perduta), pezzi pagati poco, secondo quello che hanno dato (poco, per l’appunto) alla causa nerazzurra. Osvaldo, Vidic, Dodò, Medel, M’Vila vs Miranda, Murillo, Montoya, Kondogbia e Jovetic. Una sostanziale differenza, sperando che quest’ultima possa evincersi anche sul campo. Ausilio un anno fa era alla costante ricerca di un uomo che potesse essere rivitalizzato da Mazzarri, un po’ come era successo con i vari Jonathan e Alvarez. Da scarti e bidoni a titolari e potenziali pericoli per gli avversari. Dunque ci si tuffò su M’Vila e Osvaldo, giocatori con un passato ricco di aspettative e un presente da emarginati. Il loro futuro all’Inter invece fu breve, quasi quanto le speranze nerazzurre di poterli vedere protagonisti in positivo a lungo. Il francese non fu mai in condizione e se ne tornò in Russia a gennaio. Nello stesso mese Osvaldo sbarcò in Argentina, calcisticamente aveva fatto vedere ben più di qualcosa, ma il carattere e la disciplina non furono il suo forte e non lo sono stati nemmeno dopo, visto che anche il Boca Juniors se ne è disfatto presto, sebbene anche lì sia arrivato qualche goal. Dodò è stato un’altra vittima di Mancini: le sue lacune difensive, già evidenziate alla Roma, che lo mollò senza troppi rimpianti, lo fecero accomodare in panchina, prima che un suo ginocchio facsse ancora crac. Nel frattempo, l’Inter lo paga ancora. Vidic è un altro che vedrà l’infermeria per un po’. Di campo ne ha visto tanto, così come i tifosi hanno avuto modo di guardare sbagli grossolani e una sicurezza che non ricordava i fasti di Manchester. Il parametro zero aveva un suo perché. Chiude Medel, l’unico apprezzato da Mancini, ma non si può dire che sia valso cire da capogiro. Tra l’altro, la retrocessione del Cardiff aiutò il suo desiderio di evasione dal Galles.

Mancini è arrivato e ha portato ambizione e voglia di spendere  e guardare alto. Thohir e Ausilio hanno recepito il messaggio ed ecco che i 30 milioni per Kondogbia sono parsi quasi un miraggio per i tifosi nerazzurri. Anche le operazioni Miranda e Jovetic hanno portato sorrisi e conforto. E’ vero che ad ora non sono operazioni pesanti sul bilancio, ma i “pagherò” saranno saldati fino agli ultimi centesimi, che non sono pochi. Se spendi poco prendi male, se spendi tanto ti può andar male lo stesso, ma le garanzie e le sicurezze sono maggiori. Si spera, dunque, che le ultime settimane di mercato proseguano sulla stessa linea. Lo scorso anno gli ultimi giorni di trattative videro sfumare Bonavantura e Borini, utili a rinforzare un attacco troppo esiguo. Quest’anno si sussurra di Perisic, Lavezzi, Criscito, Coentrao. Ariveranno? Non si sa, ma intanto i bei nomi placano i tifosi.

Qualcuno potrebbe obiettare. Le cessioni? Kovacic e Shaqiri via non sono operazioni che hanno trovato tutti d’accordo. Mettiamola però così: per due giocatori sono stati ottenuti quasi 60 milioni, mentre lo scorso anno si ricorda il tentativo andato a male di liberarsi di Guarin e la cessione di Alvarez al Sunderland, squadra che non vuole nemmeno pagare quanto pattuito precedentemente per il riscatto. Anche le casse nerazzurre, almeno, hanno sorriso in questi mesi estivi. Anche il campo lo farà?

 

 

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