Poche certezze e il lusso di sprecarle

Vendere Mateo Kovacic non è un obbligo, non è una soluzione ai problemi dell’Inter, non è la liberazione di un giocatore altalenante e inesploso. Sembra però che possa essere una seria eventualità, dal momento che le voci si infittiscono in maniera perentoria e mettono almeno la pulce nell’orecchio dei tifosi nerazzurri e degli estimatori del croato.

Kovacic è un ragazzo, una promessa già molto utile nel presente, un giocatore di grandi potenzialità e con ottimi margini di miglioramento. Ha dimostrato di avere qualità, di possedere delle giocate da campione, ragion per cui diversi club lo cercano con insistenza, è titolare di una nazionale di qualità come quella croata e ha già entusiasmato la maggior parte dei tifosi nerazzurri, seppur qualche panchina di troppo e un impatto non sempre all’altezza. Non si può pretendere la luna da un ragazzo capitato forse nel posto sbagliato al momento sbagliato: un giocatore giovane ha bisogno di certezze nel suo processo di maturazione, deve essere attorniato da persone di qualità da cui carpire e attingere segreti e trucchi del mestiere. Trovarsi in un club blasonato in un momento storico di difficoltà è tremendamente complesso: si pretendono risultati anche se i mezzi a disposizione sono esigui.

In una squadra che sbandiera, attraverso i suoi vari rappresentanti, la volontà di tornare grande, puntando sulla qualità e su un progetto che metta al centro giovani di spessore, quanto potrebbe essere sbagliata, sia sul campo che fuori, la vendita di uno dei giocatori più talentuosi? Perché liberarsi di quella che è una delle poche certezze della squadra, in grado fra l’altro di innalzare ancor di più il suo livello e di chi gli sta attorno? Liberato da equivoci tattici, Kovacic ha dimostrato nel finale di campionato di essere determinante. Va cresciuto, coccolato, supportato da giocatori che siano in grado di farlo risaltare, perché si può essere anche dei fenomeni, ma se attorno a te ci sono delle fondamenta solide tutto diventa più facile, altrimenti no. L’Inter ha infatti bisogno, in questo momento, di costruire delle fondamenta e preservare quelle poche che ci sono. Kovacic è una di quelle: 25 milioni scarsi possono essere giustificati in un mercato in cui le alte cifre impazzano per il primo che sappia semplicemente stoppare un pallone? 25 milioni possono sembrare una grande cifra, ma non rischiano di fare la fine di quelli di Coutinho, ossia troppo pochi per quel che potrebbe essere il futuro del nostro numero 10? Questi 25 milioni non garantirebbero nemmeno dei cospicui investimenti, dal momento che con questi soldi è difficile che arrivino dei top player, ma solo altri ragazzi pieni di speranze, magari rivendibili al prossimo compratore. Vendere Kovacic per prendere Imbula porterebbe dei vantaggi? Crediamo di no.

Perciò si evitino di commettere errori già accaduti in un passato non affatto remoto e si provveda a liberarsi di quei giocatori che, a una certa età, hanno dimostrato di non garantire quel quid in più, o di non essere per nulla adeguati ad una realtà che punta al vertice. Perché in questi anni è stato speso poco e male, perciò evitiamo di mandare in fumo, per una plusvalenza, i pochi soldi spesi bene, senza la certezza, fra l’altro, di reinvestirli in maniera consona. 

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