E se fosse un Profeta a dover tracciare la rotta giusta?

Una doverosa premessa: con il senno del poi è facile elaborare teorie, dare soluzioni, ingegnarsi nel trovare la mossa che avrebbe potuto dare un senso diverso alla partita e, forse, alla stagione. E’ però giusto, da parte nostra, tentare di analizzare ciò che vediamo e provare a fornire una chiave interpretativa.

Nell’Inter che giovedì ha ottenuto la qualificazione agli ottavi di Europa League e in quella che, qualche settimana addietro, aveva rischiato di espugnare il San Paolo di Napoli nei quarti di Coppa Italia, a centrocampo si era distinto in maniera più che positiva un ottimo centrocampista brasiliano: Hernanes.

L’ex talento della Lazio è da poco più di un anno a Milano e non è riuscito ad entrare nei cuori dei tifosi nerazzurri così come ha fatto con quelli biancocelesti. Imprescindibile per Mazzarri, con Mancini è diventato un’alternativa, di lusso, ma pur sempre un’alternativa. Il mercato ha portato infatti molta concorrenza in dote e gli spazi da sfruttare si sono notevolmente ristretti. Hernanes recentemente ha visto poco il campo, ma nel momento in cui gli è stata la possibilità di calcarlo ha dimostrato di poter dare tanto: un tocco e una capacità di giocare la palla ottimi, qualche pericolosa progressione, gradevoli ed efficaci giocate, conclusioni verso la porta.

Con il Celtic questo repertorio lo aveva portato ad uscire, al momento della sostituzione con Kovacic, fra gli applausi del pubblico. Perciò, nell’Inter che con la Fiorentina ha fatto molta fatica per un’ora a trovare spazi e a vivacizzare la manovra, le giocate dell’ex San Paolo sarebbero state di grande utilità. Con Mancini che spesso non manca di sottolineare l’inesperienza e la giovane età di Kovacic, eletto perno del futuro, perché non fidarsi di un giocatore che negli ultimi anni ha sempre lottato con successo nel trascinare le proprie squadre all’obiettivo europeo?

Nel momento in cui il neo-acquisto Brozovic, anch’egli molto giovane e protagonista di un ottimo avvio, sta lasciando intravedere qualche passo indietro, perché non concedere un’opportunità a un giocatore più navigato e che ha tutti i colpi per essere letale e pungente nella mediana nerazzurra? Se è apprezzabile e giusto far crescere quei giocatori su cui si è investito per il presente e per il futuro, perché non caricare di qualche responsabilità anche chi, in fin dei conti, è stato finora lo sforzo economico più ingente del presidente Thohir?

Intelligenza calcistica, tiro da fuori, dribbling, capacità di smarcare i compagni, non è forse detto che il cammino dell’Inter possa essere dettato e segnato da un Profeta?

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