Mancini, nuovi moduli e nuove concorrenze

La prima pagina del nuovo capitolo di Roberto Mancini come allenatore dell’Inter sarà scritta ufficialmente il 23 novembre quando si affronterà il Milan in un derby che assumerà un contorno ulteriormente accattivante in seguito alla svolta delle ultime ore in casa interista.

Sicuramente l’avvento del Mancio a livello tattico determinerà non pochi cambiamenti, poiché in primis il 3-5-2  Mazzariano non è un assetto contemplato dal tecnico di Jesi che tornerà alla difesa a quattro ripercorrendo i suoi classici scacchieri con quattro centrocampisti e due punte. Con tali premesse cambiano e non poco le dinamiche nella rosa a livello di ballottaggi e concorrenze per ruoli che torneranno in auge rispetto all’ultimo anno e mezzo. 

In primis tornando a giocare con due soli centrali di difesa uno fra Vidic, Juan Jesus e Ranocchia dovrà accomodarsi ogni volta in panchina anche se il gran numero di impegni fra campionato ed Europa League permetterà comunque un ampio utilizzo di tutti con Juan che talvolta potrebbe anche essere dirottato sulla corsia come terzino di contenimento, ruolo spesso ricoperto in Brasile nell’Internacional. A questo punto, però, se a gennaio dovessero restare sia Campagnaro che Andreolli è quasi impossibile che si aggiunga un sesto centrale ossia Rolando, sebbene il discorso con il suo entourage non sia mai stato chiuso del tutto.

Sulle fasce un altro titolarissimo di Mazzarri ossia Dodò, finora autore di una buona stagione, potrebbe soffrire l’arretramento al ruolo di terzino visto che in lui spiccano le doti offensive piuttosto che quelle in fase di copertura come dimostrato a Roma e in realtà con caratteristiche simili sono anche Jonathan e Nagatomo che infatti sono stati spesso valorizzati nel ruolo di esterni di centrocampo durante la scorsa stagione. In virtù di tale analisi D’Ambrosio pare possa essere il giocatore più adatto nelle vesti di terzino puro poichè garantirebbe le due fasi grazie alle sue doti prettamente atletiche.

A centrocampo evidentemente le chiavi spetteranno sempre a loro due, Hernanes e Kovacic che dovranno sfruttare le loro capacità balistiche per un gioco più verticale rispetto a quello fatto fino alla scorsa partita per innescare le punte e finalmente uno dei due (più probabilmente il croato) potrà ritornare a coprire il famigerato ruolo di trequartista d’inventiva che all’Inter manca dai tempi di Sneijder. Iprofeta dovrebbe essere uno dei pilastri del terzetto mediano insieme a Medel, sempre utilissimo per la sua fase difensiva e uno fra Kuzmanovic Guarin che forse abbandonerà il ruolo di punta al quale era stato legato a inizio stagione per tornare quell’incursore, che con Stramaccioni pur partendo da lontano segnò 10 gol fra campionato ed Europa League due stagioni fa.

Potrà essere rivalutato anche il francese M’Vila, fra i flop finora del mercato nerazzurro che potrebbe essere partner del Pitbull in un 4-4-2 o 4-2-3-1, oppure talvolta anche sfruttato da interno con più compiti di interdizione. Una volta recuperati gli infortuni sembra difficile l’inserimento di un giocatore come Obi mentre Mbaye entrerà nella bagarre per il ruolo di terzino pur partendo dietro rispetto agli altri per una questione di affididabilità.

In attacco, per la mancanza di risorse e per le abitudini di Mancini, sarà quasi scontato vedere un tandem composto da due fra Palacio, Osvaldo e Icardi con la coppia ideale che per caratteristiche dovrebbe essere quella formata dal Trenza, insieme a uno dei due centravanti che comunque hanno anche dimostrato di poter convivere sul rettangolo di gioco.

In attesa del mercato di gennaio queste sono tutte le carte a disposizione del nuovo allenatore nerazzurro, a lui ora il dovere di utilizzarle nella maniera più fruttuosa per risollevare una stagione il cui destino può ancora essere cambiato in meglio.

 

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