Un Capitano, c’è solo un Capitano!

L’anticipo tra Inter e Lazio valido per la 37^giornata di Serie A, non sarà solo decisivo in ottica Europa League, ma passerà alla storia anche come ultimo capitolo dell’immensa storia d’amore che ha legato la sponda nerazzurra di San Siro a Javier Zanetti. Contro i biancocelesti infatti, il quarantenne capitano di innumerevoli battaglie darà il suo ultimo saluto a quel pubblico che lo ha sostenuto per diciannove lunghe stagioni costellate di vittorie e sconfitte, gioie e dolori, ma soprattutto di sgroppate inarrestabili che hanno arato in lungo e in largo il manto erboso del Meazza.

Ebbene sì, è arrivato il momento di dare l’addio a un uomo straordinario, un calciatore esemplare dentro e fuori dal campo. Perché Javier, oltre ad essere stato un magnifico campione, si è sempre distinto per correttezza e disciplina, valori che gli hanno permesso di guadagnarsi la stima anche dei più acerrimi rivali . Dopo il grave infortunio al tendine d’Achille del 28 aprile 2013 al “Barbera” contro il Palermo, Pupi aveva promesso a sé stesso e a tutti i tifosi che sarebbe tornato in campo almeno un’altra volta, perché la sua speciale storia d’amore con la Beneamata non si sarebbe potuta certo chiudere con un episodio così drammatico.

Era cominciato tutto quel 5 giugno del 1995, quando sulla “Terrazza Martini” Zanetti venne presentato insieme al connazionale Rambert come primi acquisti dell’era targata Massimo Moratti. L’allora ventiduenne di Buenos Aires era visibilmente emozionato al cospetto di un’avventura che mai avrebbe potuto immaginare così gloriosa e ricca di sentimento. La vittoria della coppa UEFA del ’98 in finale contro la Lazio e sigillata proprio con un suo missile all’incrocio dei pali, fu solo la prima di una lunghissima striscia di successi. Nonostante qualche anno difficile contraddistinto dalle note vicende giudiziarie che hanno alterato il campionato italiano fino al 2006, Zanetti ha avuto la forza di trascinare la squadra a conquistare 5 Scudetti, 4 Supercoppe Italiane, 4 Tim Cup, 1 Coppa Uefa, 1 Champions League e 1 Mondiale per Club.

Oltre a regalare gioie indimenticabili che hanno marchiato a fuoco la storia dell’Inter, Javi è certamente stato l’incarnazione vivente della voglia di andare oltre i propri limiti. Un esempio straordinario per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di vivere da vicino le gesta di un uomo venuto da un altro continente, ma comunque capace di prendere per mano un popolo che necessitava di una figura come la sua insieme a quelle di Peppino Prisco, Giacinto Facchetti e Massimo Moratti.

“L’Inter è sempre sola nel senso di solitaria, staccata da tutto il resto, al confine; è sola nel senso di unica, nel modo di pensare, di agire e di rapportarsi con il mondo. Non mi stancherò mai di ripeterlo, a costo di sembrare banale: l’Inter è una creatura diversa rispetto a tutte le altre squadre. Parlava così in una delle tante volte in cui si è elevato portabandiera nerazzurro, rappresentando in maniera trasversale l’Inter in giro per il mondo.

Questa sarà si l’ultima stagione da calciatore per Zanetti, ma per el Tractor è già pronto un altro capitolo legato ai colori più nobili della città di Milano. Infatti il Presidente Thohir sarà ben felice di accoglierlo nell’organigramma societario, anche se ancora non è chiaro esattamente con quali mansioni. L’unica cosa certa è che contro la Lazio a San Siro questa sera sarà difficile trattenere le lacrime, non solo per i tifosi interisti, ma per tutti gli amanti del calcio. Grazie di cuore, Pupi!

#JZ4ever

 

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