Ranocchia, riaffiorano i fantasmi del passato: contro la Roma troppe sbavature

Andrea Ranocchia Pinzolo (2)Contro il Cagliari, ma soprattutto nella gara di sabato sera contro la Roma, nell’Inter di Walter Mazzarri ha pesato tantissimo l’assenza in difesa di un leader come Hugo Campagnaro. Quattro gol incassati in due match a dispetto alle due reti subite (da Arturo Vidal e Giuseppe Rossi, rispettivamente contro Juventus e Fiorentina, ndr) nelle precedenti cinque partite.

La cosa paradossale è che chi ha sostituito in entrambe le circostanze il roccioso centrale argentino, vale a dire il portoghese Rolando, non ha deluso le aspettative nonostante la sfortunata deviazione che ha regalato il pareggio ai rossoblu di Lopez. Nella disfatta contro i giallorossi, poi, l’ex difensore del Porto è stato l’unico della retroguardia interista a salvarsi, restando sempre concentrato e riuscendo a non macchiare la sua gara con particolari disattenzioni.

Chi, invece, sembra aver patito enormemente l’assenza del “Toro” di Cordoba sono Andrea Ranocchia e Juan Jesus, incappati nella prima vera giornata negativa della stagione. Entrambi sono andati in grande difficoltà contro i rapidi avversari capitolini, mettendo in mostra anche diversi errori in fase di impostazione: i primi due gol romanisti, infatti, sono scaturiti da ingenuità in fase di possesso palla dei due centrali nerazzurri.

A sorprendere maggiormente è stata sicuramente la brutta prestazione del difensore azzurro, che ha riportato alla mente i fantasmi e le incertezze del passato. La brutta copia, insomma, del giocatore che, dopo le prime giornate, sembrava tornato ai fasti di Bari quando, insieme al compagno di reparto Leonardo Bonucci, fece le fortune di Giampiero Ventura e del club pugliese.

Se le distrazioni del recente passato, però, potevano essere giustificate da una un’intera fase difensiva decisamente rivedibile, gli sbagli fatti contro la Roma sono stati il frutto di errori individuali, proprio come la svirgolata sul pallone che ha portato all’1-0 di Totti.

Sarebbe alquanto riduttivo, tuttavia, pensare che i problemi di concentrazione palesati da Andrea possano essere giustificati dall’assenza al suo fianco di un leader come Campagnaro: dopo cinque stagioni in Serie A, infatti, per il numero 23 è arrivato il momento di dimostrare di essere pronto per reggere da solo il peso della retroguardia interista, cancellando il timore di chi pensa che non abbia la personalità necessaria per imporsi in nerazzurro.

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