Inter, Zalewski sicuro: “Ecco perché mi hanno riscattato”

Nicola Zalewski ha rilasciato un’intervista in cui ha parlato principalmente dell’Inter e della mancanza del papà, perso a 20 anni.

Dopo 6 mesi in prestito, l’Inter ha ufficialmente riscattato Nicola Zalewski dalla Roma, per 6 milioni di euro: l’esterno polacco, cresciuto nelle giovanili della Roma, nella seconda metà di stagione ha giocato con la maglia dell’Inter, dimostrando di meritare il riscatto, grazie a buone prestazioni e alla duttilità sul campo dello stesso giocatore. Ora Zalewski è impegnata, insieme a quasi tutta l’Inter, nel Mondiale per Club, con l’obiettivo di andare più avanti possibile nel torneo. Il suo arrivo definitivo all’Inter è gradito anche dai tifosi nerazzurri, che hanno visto in lui un giovane volenteroso, capace di saltare l’uomo.

Inter, Zalewski si racconta: dalla Roma all’arrivo all’Inter

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Zalewski ha raccontato del suo passato alla Roma fino ad arrivare all’Inter. Spazio anche per una dedica al papà, venuto a mancare qualche anno fa. Queste le sue parole sul riscatto dell’Inter:

Penso che la mia duttilità abbia convinto l’Inter a riscattarmi. Il fatto di poter giocare in più ruoli e di aver segnato a Torino nella prima partita da trequartista, giocando bene anche a Como, è stato importante.

Sull’esito della Champions League:

La Champions resta una competizione dove vogliamo arrivare più avanti possibile, poi sappiamo che ci sono tante squadre forti. La sconfitta è stata pesante, però è stata già un po’ digerita: riprenderemo il nostro percorso.

Zalewski-Inter
Inter, Zalewski si racconta: dalla Roma all’arrivo all’Inter laPresse spaziointer.it

Sull’arrivo di Chivu e sul ruolo:

Di Chivu mi ha colpito l’aspetto comunicativo, il rapporto umano che crea. Ruolo? Fino alla Primavera giocavo da trequartista, ma in prima squadra cambia tutto. Negli ultimi tre anni sono stato impiegato da quinto di centrocampo e mi sono trovato molto bene anche lì. So che suona banale, ma gioco dove vuole l’allenatore.

Sulla perdita del papà:

Prima di diventare romanista grazie a me, papà era interista: a Poli c’erano tanti interisti e quando è arrivato in Italia lo è diventato anche lui. Non è facile superare un momento così, ma papà aveva costruito una famiglia forte e ci ha dato dei grandi valori. Mi sento anche di ringraziare Mourinho, perché mi ha aiutato tanto in quel periodo. E non parlo di calcio.

Un consiglio per Pio Esposito:

Tutti abbiamo visto le sue qualità allo Spezia e posso dire che ha anche tante qualità umane. Il consiglio è quello di non smettere mai di lavorare, perché arriveranno i momenti difficili. È successo a me e vale per tutti.

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