Sucic rivela un retroscena sorprendente: i tifosi dell’Inter ne rimangono stupiti.
Petar Sucic si sta ritagliando un ruolo sempre più importante nell’Inter di Cristian Chivu. La vittoria contro l’Urawa Red Diamonds, valida per la seconda sfida del Mondiale per Club, porta anche la sua firma: è infatti dal suo destro che nasce il tiro respinto che ha poi permesso a Valentin Carboni di trovare il gol decisivo.
Un episodio che fotografa il momento del giovane centrocampista croato, sempre più inserito nei meccanismi della squadra.
Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Sucic ha raccontato le sue sensazioni e il suo processo di crescita nel mondo nerazzurro.
Sucic si racconta
Allora Sucic, come si sta all’Inter?
“Benissimo, il cambiamento di vita e di carriera è grande. Ma l’ho voluto fortemente. Adesso mi trovo in un club semplicemente enorme e voglio godermi fino in fondo questa esperienza, crescere come calciatore e come uomo. E, ovviamente, vincere”.
Cosa l’ha impressionata di più finora?

Nessuna traccia della delusione in Champions?
“Io l’ho vista dal ritiro della nazionale, quella partita non riflette la realtà e il valore delle due squadre. È stata strana, non so cosa sia successo, ma ora è il passato, non penso siano rimaste tracce nello spogliatoio. Dobbiamo pensare al futuro, vogliamo giocarci al meglio le chance in questo torneo: può essere un po’ strano iniziare direttamente dal primo Mondiale della storia, ma per me è anche esaltante”.
Intanto, però, può parlare inglese con Chivu: stupito anche da lui?
“Ama ciò che fa e lo trasmette: si vede dalla precisione che usa in ogni singolo allenamento. Ho notato un’altra dote importante, la schiettezza: parla in maniera diretta, dice quello che pensa in faccia. Non fa giri di parole, va al punto. Al momento non mi ha chiesto niente di specifico, ma solo di creare sintonia con i compagni e di… capire. Capire come vuole giocare, capire come ci si allena, capire dove sono arrivato, insomma“.
La rivelazione di Sucic
Ma è vero che la volevano anche altre squadre italiane?
“Vero, ma non dirò quali. Poi il mio agente mi ha telefonato e mi ha detto: “Ti vuole anche l’Inter”. A quel punto è finito tutto perché gli ho risposto: “Voglio solo andare lì”. Questo club è speciale anche per tutti i croati che hanno vestito questa maglia: ho parlato con ognuno di loro, Brozovic, Perisic e anche Kovacic. Tutti mi hanno detto la stessa cosa: “Vai a Milano senza neanche pensarci”. Diciamo che ho seguito il loro consiglio…”.

A livello tecnico, si sente più simile a Brozovic, Modric o Kovacic?
“Non mi piace parlare di me stesso o paragonarmi a qualcuno, perché poi la gente magari pensa: “Questo si crede Messi…”. Io non sono fatto così. Quando dicono che sono il nuovo Brozo, rispondo che voglio solo essere me stesso. La miglior versione di me stesso. Posso giocare come numero 6 o numero 8, mezzala come dite in Italia, ma posso anche stare nella posizione più centrale. Cerco di essere un giocatore moderno e duttile e per l’Inter faccio tutto ciò che serve, anche perché mi trovo dentro al miglior centrocampo del mondo. Da qualunque lato ti giri, c’è qualità”.