L’avvenire dell’Inter sembra essere ad un bivio. Tra il mercato e la scelta del nuovo tecnico, il presidente Marotta ha voluto fare chiarezza
I giorni successivi alla finale di Champions League persa con il PSG sono stati piuttosto intensi per l’Inter. I nerazzurri non hanno avuto nemmeno il tempo di metabolizzare il pesante KO subito a Monaco di Baviera prima di vedere in atto una vera e propria rivoluzione interna.
Il primo a salutare il club è stato il tecnico Simone Inzaghi, che da ieri non è più ufficialmente l’allenatore dell’Inter. Adesso per il club è il momento di prendere in mano le redini del proprio destino, per mettere in sesto il miglior progetto per il proprio futuro.
Marotta interviene sul futuro: le parole del presidente nerazzurro
A portare un po’ di chiarezza è Beppe Marotta, che all’uscita dal funerale del compianto presidente dell’Inter Ernesto Pellegrini è stato intercettato dalla stampa.

Le dichiarazioni del numero uno della Beneamata vanno nella direzione che il club intende intraprendere: quella della calma e della stabilità. Le notizie delle ultime ore non devono distruggere quanto di buono fatto nelle ultime stagioni, con l’Inter che riuscirà a rimanere ai piani alti del calcio italiano: “Siamo un’Inter forte. Sapremo superare anche questo momento imprevisto e di difficoltà ma che non ci spaventa. Lavoriamo per il bene dell’Inter e lo faremo con la passione, la determinazione e il senso di appartenenza che abbiamo sempre dimostrato in questi anni”.
Marotta ha dato anche un ultimo saluto ad Ernesto Pellegrini: “Abbiamo perso un presidente, un imprenditore e un grande uomo. Un presidente che ha gestito l’Inter come se fosse una famiglia e con grande passione e determinazione, in un calcio romantico rispetto a quello di oggi. Soprattutto verrà ricordato l’uomo che si è sempre rivolto verso il prossimo e verso i più deboli non solo aiuti materiali ma anche morali. La sua umiltà è generosità e il fatto di sapere ascoltare sono qualità di un leader e di un capo di impresa come era lui. Credo che nella sua Milano lui sia un membro autorevole della società civile”.