Inter, ecco la ricetta per i trofei: better call Simone

Da qualche tempo la bacheca nerazzurra, all’interno della sala trofei di Viale della Liberazione, vive un processo di continua fioritura, come gli alberi in primavera. Tra le luci che illuminano i metalli più preziosi della storia nerazzurra spunta, a cadenza regolare, un nuovo trofeo che arricchisce il tavolo molto sintetico, ma efficace: in esso sono infatti riassunti 115 anni.

Queste coppe non sbocciano però con la bella stagione, ma ad una distanza di tempo riconducibile al Natale e alla Pasqua. La gioia dei tifosi nerazzurri è infatti paragonabile a quella di un bambino di fronte ai regali o ad un nuovo di cioccolato. La ricetta per tutto ciò? Semplice: better call Simone.

Tanti ormai lo hanno ribattezzato: “Il re di Coppe”, “L’uomo delle finali” tra gli altri. Lodi che fino a un mese fa erano sepolte sotto le critiche per un cammino troppo discontinuo in campionato.

 Inzaghi editoriale Inter

Inter, con Inzaghi tanta resa e poca spesa: ora la sfida al City

In un mese Inzaghi ha saputo mettere a sedere ogni tipo di polemica mossa nei suoi confronti. Da una formazione sprecona e disattenta l’Inter si è trasformata in concreta e solida, seguendo uno stile di gioco che bada alla sostanza: in un certo senso più “Contiano”. Il confronto con l’allenatore leccese regge eccome, seppur con alcune differenze. Antonio è un tecnico da campionato, da percorso a tappe: un contesto in cui difficilmente fallisce e che ha aperto il ciclo interista in Italia.

Ai nastri di partenza di questa annata Simone partiva favorito in Serie A: le aspettative non sono state rispettate. Tuttavia, se l’obiettivo scudetto è stato un buco nell’acqua, altri fattori si sbilanciano verso il mister di Piacenza, riassumibili in “Tanta resa, poca spesa”: quattro trofei e una finale di Champions raggiunta in meno di due anni, il tutto con un ingaggio pari alla metà di quello percepito da Conte, giocano infatti a favore dell’ex Lazio.

E il paragone calza ancor di più se si pensa al fatturato ottenuto durante la gestione Inzaghi, che supera i 200 milioni, con una rosa costruita con l’idea motrice della sostenibilità, composta da acquisti low cost ma mirati e di usato sicuro. Il rapporto tra le due parti è destinato a proseguire anche per la prossima stagione: perchè con l’Inter è cresciuto anche Simone.

I margini di miglioramento sono ancora ampi: quelle 12 cadute vanno ridotte all’osso se si vuole competere per arrivare sul tetto d’Italia e agguantare la bramata seconda stella. Per il momento nel mirino dei nerazzurri c’è qualcosa di più ambizioso, un vello d’oro da contendere alla squadra più forte d’Europa: sarà difficile abbattere Pep Golia, ma in 90 minuti tutto può succedere. Perchè nelle finali…better call Simone.

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