Crespo incensa Lautaro: che paragone con Diego Milito!

Lautaro Martinez è tornato al gol in Serie A dopo cinque turni a digiuno, trascinando l’Inter alla vittoria contro la Salernitana. La prestazione del Toro di Bahia Blanca non è passata inosservata a giornalisti ed ex calciatori, rimasti fulminati dalla leadership tecnica e temperamentale dell’argentino.

La rete siglata a San Siro ha un sapore speciale per il 10 nerazzurro, dato che si tratta del suo 62esimo centro in Serie A con la maglia nerazzurra. A questa cifra si era fermato Diego Alberto Milito, idolo indiscusso del tifo interista e mentore di Lautaro dai tempi del Racing. Il Toro aveva esordito nella prima divisione argentina proprio al posto del Principe, per poi approdare a Milano qualche anno dopo su consiglio dell’ex 22 nerazzurro.

La Gazzetta dello Sport ha raggiunto e intervistato Hernan Crespo, altro ex attaccante argentino che ha fatto breccia nel cuore dei tifosi nerazzurri nei decenni passati. Il bomber dell’Albiceleste ha voluto paragonare Lautaro e Milito, analizzando determinate caratteristiche per tracciare analogie e differenze tra i due.

GIOCO AEREO – “Milito voto 9, Lautaro voto 8. Il Principe, anche grazie alla sua altezza, sapeva sfruttare benissimo i cross e, soprattutto, sapeva piazzarsi nella posizione giusta per ricevere il pallone. Era un maestro di questo gesto, difficile che sbagliasse la scelta. Lautaro è più istintivo, oltre ad avere meno qualità fisica. E’ bravo in acrobazia, sa prendere il tempo al difensore, però non ha l’esplosività di Milito”.

DESTRO – “Milito voto 8,5, Lautaro voto 9. Il Principe era dotato di ottima tecnica individuale, calciava benissimo, però sfruttava queste qualità soprattutto dentro l’area di rigore. Il Toro, invece, è letale sia quando è dentro l’area sia quando è al limite. Tira da ogni posizione e quasi sempre inquadra la porta. Bravo anche nelle conclusioni a giro”.

Hernan Crespo

SINISTRO – “Milito voto 8, Lautaro voto 8,5. Il Principe se la cavava benissimo anche con il sinistro, nonostante non fosse il suo piede preferito. Il Toro lo utilizza spesso, a volte sembra che per lui non ci sia differenza tra destro e sinistro. E lo usa anche per le conclusioni da fuori area”.

DRIBBLING – “Milito voto 9, Lautaro voto 9. Fenomenali entrambi con il pallone tra i piedi, quando si deve trattare di superare l’avversario. Il Principe difendeva la sfera con il corpo e superava il difensore con un dribbling secco portandosi il pallone da un piede all’altro. Ricordate il gol in finale di Champions League contro il Bayern Monaco nel 2010? Lautaro è più trequartista nel gesto, il che significa che affronta l’avversario “vis à vis”, lo sfida e lo supera anche con le finte del corpo”.

SENSO DEL GOL – “Milito voto 9,5, Lautaro voto 8,5. Il Principe era una sentenza, aveva la porta in testa e non sbagliava un colpo. Non aveva bisogno di guardare il portiere, sapeva già dove mettere il pallone. E poi aveva un’impressione regolarità di realizzazione. Lautaro è più incostante, a volte si prende dei momenti di pausa. E’ un centravanti un po’ particolare, può anche fungere da seconda punta e per questo spesso si dedica agli assist”.

LEADERSHIP – “Milito voto 9, Lautaro voto 8. Il Principe, con il suo gioco e con i suoi movimenti, sapeva trascinare tutta la squadra. Era un leader silenzioso, ma si faceva rispettare e la sua voce pesava. E parecchio. Lautaro, da questo punto di vista, deve ancora crescere. E’ giovane, ha bisogno di tirare fuori tutta la sua personalità per poter diventare un autentico comandante. Per adesso ha molto bisogno della squadra”.

FEDERICO LUIGI DI MINGO

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