Mourinho confessa: “Sono scappato dai miei giocatori ma non volevo lasciare l’Inter”

José Mourinho, in una lunga intervista, ha ripercorso le fasi della contraddittoria separazione dall’Inter del Triplete e l’arrivo al Real.

La difficile scelta di José

José Mourinho esce allo scoperto: l’allenatore portoghese ha chiarito le modalità del suo discusso addio all’Inter dopo la Finale di Madrid.

In una lunga intervista ai microfoni di The Athletic, lo “Special One” è tornato sulla decisione di lasciare l’Inter dieci anni fa, dopo la vittoria della Champions.

Era troppo difficile per me e non volevo partire con loro verso Milano perché la gente diceva che avevo un contratto con il Real Madrid. Non era vero. Avevo un accordo, ma non avevo un contratto firmato. Volevo davvero andare al Real Madrid in quel momento. Volevo davvero provare a vincere il campionato spagnolo dopo i campionati inglese e italiano. Ma temevo che se fossi tornato a Milano con la squadra e, con la reazione dei giocatori e dei tifosi, non sarei riuscito a ripartire. Posso dire di essere scappato, sono scappato da loro. Pochi giorni dopo, ho firmato con il Real Madrid. Solo dopo tornai a Milano e incontrai a cena il presidente Moratti”.

Squadra di Campioni assoluti non riconosciuti

“Strano che Samuel (Eto’o ndr) durante tutta la sua carriera, non sia mai riuscito a vincere il Pallone d’Oro. E Sneijder? Wes è stato fantastico in quella stagione. Nello stesso anno ha vinto tutto e giocato la finale della Coppa del Mondo. Siamo arrivati ​​al Gala per il Pallone d’Oro nel 2010. I ragazzi non erano nemmeno tra i primi tre (Lionel Messi, Andres Iniesta e Xavi i tre che salirono sul podio ndr). L’unica cosa che sono riusciti a ottenere è stata quella di essere inseriti nella top undici”.

Triplete paradigma di una “Last dance”

“Ci sono diverse prospettive per i giocatori quando si avvicinano alla fine della loro carriera. Ci sono giocatori che vogliono solo essere lì per un altro paio di anni con il loro contratto – qualche milione in più prima di andarsene. E ci sono altri ragazzi con una prospettiva diversa che è: lasciami provare a raggiungere un momento importante della mia carriera, lasciami provare a fare qualcosa che non ho mai fatto. Penso che fosse questo il punto. È stato davvero un risultato fantastico e uno dei motivi per cui ero così felice. Sentivo che la mia gioia e le mie emozioni non erano per me, ma per loro. Non si trattava di vincere la mia seconda Champions League, ma di realizzare i loro sogni“.

Mou – Inter: un lungo romanzo d’amore

Potrei scrivere un libro di 1.000 pagine sui miei due anni all’Inter. Può essere che un giorno lo farò, ma prima devo chiedere il permesso ai ragazzi perché ci sono molte storie proibite”.

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