Cordoba: “Quando metti i piedi a San Siro, è qualcosa di diverso da tutto!”

L’ex difensore nerazzurro Cordoba ha parlato ai microfoni di SkySport. Ecco le sue dichiarazioni sul passato all’Inter.

LE PAROLE DI CORDOBA

Cosa pensi di Mourinho?

Penso che è stato un allenatore che ha potuto dare quella marcia in più che qui avevamo bisogno per raggiungere un obiettivo che cercavamo da tanto tempo. Lui ha sistemato delle cose con la sua esperienza e intelligenza, è riuscito ad aggiustare delle cose che ci mancavano per raggiungere quell’obiettivo”.

Quale attaccante è stato il più difficile da marcare?

“Shevchenko è stato l’attaccante più forte che ho affrontato. In gare di nazionali, Ronaldo il Fenomeno”.

Messi?

“Messi fa piacere averlo a qualsiasi squadra. Se è così dico bene perché vuol dire che c’è una mentalità in cui si vogliono fare le cose per bene. Vuol dire che si sta pensando di continuare a fare la storia. Chi ha Messi nella propria squadra ha tantissime possibilità di raggiungere gli obiettivi”.

Quali difensori dell’Inter preferisci?

“Vado sul sicuro, mi piacciono molto Skriniar e De Vrij. Sono due centrali che hanno dimostrato di essere da Inter. Godin è un signore difensore, parliamo di uno che ha fatto la sua storia in Champions, in nazionale. Se devo sceglierne uno dico Skriniar”.

Com’era giocare contro Ibrahimovic?

“Difficile, molto difficile. Ti faceva sentire il fisico ma non solo, era molto tecnico”.

La qualità di Mourinho che ti ha colpito di più?

“Riuscire a capire il miglior momento di una partita in cui utilizzare certi giocatori. Faccio un esempio, poteva avere un giocatore che aveva tenuto un mese in tribuna e poi lo chiamava per fargli giocare la semifinale di Champions League”.

Il numero 2?

“È sempre stato speciale per me fin da quando ero piccolo. Quando sono arrivato in nazionale purtroppo non c’era più, la maglia di Escobar era stata ritirata da tre anni. L’allora C.T. della nazionale mi disse che ero la persona giusta per continuare a portare avanti una storia e un’idea di calcio. Poi quando sono arrivato all’Inter c’era Panucci con la maglia numero 2, ho dovuto aspettare sei mesi. È stato lui che è venuto da me quando sapeva che andava via, a dirmi di andare dal magazziniere e farmi dare la numero 2”.

Rimpianti?

“Non aver vinto la Supercoppa europea, eravamo in grado di vincere sei trofei. Rimpiango di non poter giocare più all’Inter, mi piaceva così tanto che smettere di giocare per la squadra che ami è difficilissimo”.

Cosa pensi di Bastoni?

“Essendo anche mancino potrebbe essere un giocatore da paragonare a Materazzi. È molto giovane e ha tanto da dimostrare”.

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