Ranocchia su IG: “Ecco come ci alleniamo in questi giorni di quarantena”

In questo periodo di quarantena, l’Inter continua con le interviste ai suoi calciatori sui social. Oggi è stato il turno di Andrea Ranocchia che ha risposta alle domande dei tifosi nerazzurri. Nella sua intervista su Instagram Ranocchia parla degli effetti della quarantena sulla sua vita quotidiana: sentite come si allena!

SU INSTAGRAM RANOCCHIA A TUTTO TONDO

Il difensore classe ’88, arrivato all’Inter nella stagione 2010-2011, intrattiene i tifosi e risponde alle curiosità.

LA QUARANTENA – “Stiamo a casa e aspettiamo che rientri l’emergenza, sperando che questo avvenga il prima possibile. Sono un po’ frastornato, nessuno si sarebbe aspettato che la situazione avrebbe preso questa piega. La nostra generazione non aveva mai vissuto una cosa così, forse la hanno vissuta i nostri nonni ai tempi della guerra. Teniamo duro speriamo di uscirne il prima possibile con l’aiuto di tutti. Mi sto prendendo un po’ di tempo per me stesso, sto leggendo molto, d’altronde non possiamo fare altro che rimanere al sicuro dentro casa”.

LA GIORNATA TIPO – “Nella mia giornata faccio due allenamenti che ci arrivano dai prof, io mi alleno sul terrazzo. Ci hanno dato delle bike, far parte di una grande società ti permette di avere a disposizione attrezzi per poterti allenare. Facciamo anche dei lavori di forza, alterniamo diversi tipi di allenamento: per la corsa faccio avanti e indietro sul terrazzo. Ho visto The Sinner, gioco alla Playstation che è stata per 3 anni nel dimenticatoio ma soprattutto sto leggendo e ascoltando musica, . Cucino, mangio, mi riposo, leggo e mi alleno ma non faccio altri sport: gli allenamenti che facciamo ci stancano abbastanza”.

LE DIFFICOLTÀ E LE SODDISFAZIONI – “Ho vissuto tanti momenti difficili sia come persona, sia come professionista. Parlando di Inter, ci sono stati anni bui, in cui sia la squadra che io facevamo fatica ad esprimerci. Questi periodi mi hanno lasciato delle belle cicatrici e sono stati utilissimi per crescere. Dietro ogni situazione ci deve essere una struttura umana pronta, che ti aiuti ad andare avanti e a toglierti delle soddisfazioni. Oggi sono soddisfatto di quello che ho costruito nella mia carriera”.

I DUE IDOLI – “Da piccolo giocavo in attacco e il primo idolo è stato Ronaldo. Mi ispiravo a lui, ma non ci assomigliavamo per niente, da piccolo ci speri… Da difensore centrale il mio idolo è sempre stato Nesta”. 

ESPOSITO E BASTONI – “Ad Esposito un po’ di sane botte gli fanno bene. È questione di tempo perché poi giocherà con continuità e i difensori non si risparmieranno, così lo sto preparando. A Bastoni gli do certi schiaffi… Ci confrontiamo, io do la mia opinione, soprattutto sugli atteggiamenti, poi in campo ognuno ha la sua visione”. 

SAN SIRO – “La prima volta a San Siro ci ho giocato da avversario, contro l’Inter del Triplete. Abbiamo pareggiato col Bari, è stata un’emozione forte, venivo da palcoscenici diversi: metterli in difficoltà è stata una grande soddisfazione”. 

LA FASCIA DA CAPITANO – “ Indossarla è stata una sensazione strana… farlo dopo Zanetti era un’eredità un po’ pesante. Grandissima soddisfazione e tanta responsabilità: non capita a tutti di indossare la fascia dell’Inter. Me lo ricorderò per tutta la vita”. 

IL SOGNO E IL FUTURO – “Da piccolo essendo di Perugia, sognavo di giocare lì. Poi ho preso altre strade. Non so ancora cosa farò dopo la mia carriera da calciatore, ma mi piacerebbe lavorare con i giovani nel mondo del calcio. È una cosa che sto valutando, ogni giorno cambio idea. Valuterò quando finirò, ho un po’ di opzioni sia nel calcio che fuori ma penso che sia molto difficile abbandonare questa passione”.

L’ESORDIO CON L’INTER – “È stato un esordio particolare, a Catania. Ho pochi ricordi perché ero molto emozionato, ero arrivato all’Inter all’improvviso. Entrare a far parte della squadra che l’anno prima aveva vinto il Triplete era il massimo”.

IL MOMENTO TOP – “Ce ne sono stati tanti ma la gioia più grande è stata alzare la Coppa Italia contro il Palermo a Roma. Ora ci manca alzare un trofeo, vincere con questa maglia ha un sapore diverso”. 

SQUADRA – “Siamo una buona squadra, ma dobbiamo ancora crescere tanto. Ci sono tanti nuovi arrivi, tra cui il mister. Vediamo cosa succederà con il campionato, ma credo che abbiamo fatto cose buone e cose meno buone. Ma ci vuole un po’ di tempo: siamo una squadra giovane e questo può dare poca stabilità”.

GOL SALVATO – “Il gol salvato contro il Bayern nel 2011 è un bel ricordo. Mi ha reso orgoglioso, alla fine abbiamo passato il turno. È stata un frazione di secondo indelebile”.

LE MAGLIE COLLEZIONATE “Ho un magazzino dedicato alle maglie e ai ricordi. Capita spesso di scambiare la maglia e lo faccio sempre volentieri. La prima partita che ho giocato con il Bari ho scambiato la maglia con Nesta, è la maglia che più ho desiderato negli anni. In camera ne ho 4: la maglia di Pupi autografata e con dedica, quella di Nesta, quella di Buffon della Nazionale e quella di Maldini che ho incrociato quando giocavo a Bari. Ho anche quella di Totti, un altro simbolo del calcio”.

I GOL MIGLIORI – “Non so quale sia il più bello della storia dell’Inter, di sicuro quelli più importanti sono quelli di Milito in finale di Champions”.

EX COMPAGNI – “Sono rimasto in contatto con diversi giocatori ex Inter. Materazzi l’ho sentito poco fa, ma mi sento anche con Zanetti, Chivu, Stankovic… Milito e Jonathan li ho sentiti su Instagram. Il “divino” vive bene, mi faceva morire dal ridere, è un personaggio incredibile ed è anche un bravo giocatore, anche se in quegli anni le cose non andavano benissimo”. 

IL BELLO DEL GRUPPO – “Io prendo in giro D’Ambrosio: gli dico che è perfetto per Uomini e Donne. Ma anche Brozovic, se lo vedi al buio di notte… è un bel ragazzo. Ora che si è fatto i capelli gialli… Non vedo l’ora di rivederlo!”

CONTE – “Lui non è cambiato, io sono invecchiato e ho fatto fatica rispetto a prima. Lui è sempre lo stesso, si è evoluto, ma ha sempre quello spirito guerriero e quel fuoco dentro: è la sua forza”. 

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