Lukaku: “Sono stato molto vicino alla Juventus ma ho sempre pensato all’Inter! Scudetto? Ecco perché ci credo”

Sono giorni difficili per tutti, anche per i calciatori dell’Inter che stanno scontando la loro quarantena. Dopo i post di Brozovic e il Q&A di Skriniar, anche Romelu Lukaku rompe il silenzio. Lo fa in un’intervista corposa rilasciata a Ian Wright (ex Gunners, oggi commentatore sportivo). Tanti gli argomenti toccati, dalla stima per Conte all’emergenza Coronavirus.

L’INTERVISTA

Sulla quarantena:
Ormai sono nove giorni che sono in quarantena. Per fortuna ho fatto in modo di procurarmi una cyclette: ho chiesto nella chat di squadra chi ne avesse una e dopo due ore ce ne hanno portato una a tutti. E’ difficile, perché non puoi avere contatti con gli altri. Mi manca la vita di tutti i giorni: stare con mia mamma, mio figlio e mio fratello. Mi manca allenarmi e giocare di fronte ai miei tifosi. È in questi momenti che inizi ad apprezzare quello che hai. Sono un ragazzo fortunato. Tu [riferendosi a Wright, ndr] conosci il mio passato: questi giorni mi stanno riportando indietro a quando ero bambino. Bisogna stare attenti, potrebbe capitare di toccare qualcuno che ha il virus e poi tornare a casa. Mia mamma ha il diabete, quindi non posso nemmeno andare a casa a trovarla. Lei non esce più di casa, al massimo si fa una passeggiata per l’isolato per poi rientrare“.

Sul regime alimentare:
Sto con il mio fisioterapista. Mi portano il cibo ogni giorno dal centro d’allenamento. A pranzo mangio soprattutto pesce e verdure“.

Sul suo ex club:
L’ultima al Manchester United è stata una delle stagioni peggiori della mia carriera. Dovevo prendere una decisione personale, per ampliare le mie conoscenze e giocare per qualcuno che mi volesse realmente. Solskjaer voleva che rimanessi, ma ormai la mia storia lì era finita. Ha rispettato la mia decisione e mi ha aiutato ad andare via. Lo United ora sta ottenendo buoni risultati, con i giocatori giusti. Solskjaer sta facendo un buon lavoro. Non avrei mai voluto mancare di rispetto allo United o a qualsiasi altro club in cui ho giocato in Inghilterra“.

Sul trasferimento in nerazzurro:
Sono stato molto vicino alla Juventus, ma la mia mente è sempre stata all’Inter. Da bambino era la mia squadra preferita: Adriano, Ronaldo, Christian Vieri… Poi Antonio Conte mi voleva già al Chelsea, non ho mai avuto dubbi e fin da quando sono arrivato mi sono concentrato sull’allenamento e sul ritorno alla forma migliore. L’allenamento qui è molto diverso. Lavoro duramente“.

Sulla squadra:
All’Inter sono felicissimo. Anche Young lo è. Qui in Italia si guarda molto allo spirito di squadra. Facciamo spesso delle cene tutti insieme e non manca mai nessuno. C’è sempre qualcuno che si offre di pagare. Se guardi come giochiamo, ti accorgi che siamo la squadra più aggressiva e tosta del campionato. Questo è per l’allenatore, che ci spinge sempre a giocare in questo modo, a pressare. E’ questione di mentalità. Lo Scudetto? Ci crederò fin quando la matematica mi impedirà di farlo. Abbiamo una piccola speranza e lotteremo. Abbiamo perso contro la Lazio, è vero; ma il vero problema in questa stagione è che non abbiamo approfittato delle sconfitte della Juventus“.

Sul suo ruolo in campo e il lavoro di Conte:
Per il mister è molto importante la mia posizione in qualità di attaccante. Nei giorni successivi alle partite, abbiamo una sessione video. Il primo tempo lo guardiamo il lunedì, il secondo tempo il martedì. Non si può certo dormire, perché Conte ti becca. I tuoi errori li mette in evidenza davanti a tutti. Con me lo ha fatto dopo il match contro lo Slavia Praga, per cinque minuti ha parlato di quando un difensore alto come Cesar Azpilicueta ha vinto un duello contro di me e ha festeggiato per cinque minuti come se avesse segnato, martellandomi davanti a tutti. Fu la prima volta che mi successe in dieci anni di carriera. In quel momento o reagisci e inizi a giocare bene oppure ti butti giù. Non potevo essere così infantile e ho continuato a lavorare. Qualche giorno dopo giocammo contro il Milan e lì feci una delle migliori partite della stagione. Ho fatto quello step mentale dopo quelle critiche davanti a tutti“.

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