Tra tensioni, liti e dimissioni: tutto quello che è successo al CONI oggi

Che non sarebbe stato un incontro facile lo sapevamo tutti, ma Repubblica parla addirittura di “quattro ore di litial CONI. Si sono riuniti in assemblea a Roma i massimi esponenti del calcio nostrano, rappresentanti della Lega Calcio e dei club di Serie A (che comunque non hanno raggiunto il numero minimo legale). Si è arrivati alla decisione di andare avanti col campionato, nonostante le difficoltà e nonostante qualcuno avesse messo in giro la voce che lo Scudetto sarebbe stato assegnato a tavolino. Ma cosa c’è dietro agli esiti di questa chiacchierata?

IDEE CONTRASTANTI

Ognuno ha provato a dire la sua, o quantomeno ci ha provato come nel caso di Beppe Marotta che avrebbe preferito recuperare la partita con la Sampdoria prima di quella con la Juventus. Nulla da fare. Il Derby d’Italia si disputerà domenica 8 marzo alle ore 20:45. L’amministratore delegato ha dovuto cedere per il bene del campionato, ma non è il solo: Claudio Lotito ha spinto fino alla fine per poter giocare con i tifosi presenti allo stadio per sostenere e godersi una Lazio inarrestabile, ricevendo momentaneamente un “no” dal Governo.
Vince la sua battaglia Aurelio De Laurentiis che, sapendo che la semifinale di Coppa Italia tra Juventus e Milan non si sarebbe giocata, ha chiesto e ottenuto il rinvio anche di quella che avrebbe visto opporsi il suo Napoli e l’Inter. Probabilmente verranno recuperate il 20 maggio e la finale sarà fissata per il 27 maggio (col permesso della UEFA).

CHE PROBLEMI PERSISTONO?

Il decreto legge è riuscito a prolungare la stagione almeno fino al mese di aprile, poi si valuterà. Le partite a porte chiuse erano l’unico salvagente disponibile per il calcio italiano, ma inevitabilmente si portano dietro tutta una serie di problematiche. Diritti TV e abbonamenti in primis. Un danno economico non indifferente che pone le basi per risarcimenti e cause legali.

IL RETROSCENA

Rimanendo fedeli alla versione di Repubblica, l’assemblea avrebbe potuto seguire un copione ben differente quando Paolo Dal Pino ha provato a tirarsene fuori: “Tutti a pensare ai propri interessi, con Dal Pino e De Siervo, sballottati come due vascelli in balia delle onde. Il presidente, eletto nemmeno due mesi fa, voleva mollare tutti al loro destino, ma le dimissioni sono state respinte.”

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