Lippi: “Inter? È lassù non per caso. Ha fatto le mosse necessarie per restare al vertice”

In un’intervista alla Gazzetta dello Sport, Marcello Lippi ha parlato anche dell’Inter, del mercato, di Eriksen e della lotta Scudetto.

L’intervista a Marcello Lippi

Chi esce meglio da questo mercato?

“In questo mercato invernale si è rinforzato chi ne aveva bisogno per vuoti nella rosa e per infortuni seri. E si è rafforzato anche chi ha pensato al futuro: come la Juve che ha preso Kulusevski per giugno. Ha fatto bene l’Inter che sicuramente ha acquistato giocatori di alto livello e grande esperienza. La Juve non s’è mossa, Kulusevski a parte, perché da un lato ha un gruppo già rodato e ricco, dall’altro avrà pensato che chi arriva a gennaio ha bisogno di un po’ di tempo per inserirsi. Quindi ha preferito non alterare gli equilibri”.

L’Inter ha accorciato il GAP dalla Juve?

“Lasciamo perdere il discorso sulle distanze ridotte o ampliate. Quello che conta è che l’Inter abbia fatto le mosse necessarie per completare la rosa e restare al vertice delle classifica. È lassù non per caso da inizio stagione, prima, seconda, a pochi punti dalla Juve. Sempre lì. Tiene il ritmo scudetto, come la Lazio, e non ha impegni di Champions, sebbene ci sia l’Europa League. Conte aveva bisogno di uomini di valore internazionale che permettessero il salto di qualità: due esterni come Young e Moses che alzano il livello delle fasce, e soprattutto Eriksen a centrocampo. L’Inter sa che può arrivare fino alla fine attaccata alla testa. Lo scudetto è una lotta a tre, ma alla Juve bisogna riconoscere qualche percentuale in più per ambizione, forza, qualità e, al momento, anche punti in classifica. Ma è ancora molto lunga”.

La Lazio può inserirsi realmente nella corsa Scudetto?

“Non ho dubbi che la Lazio possa competere con Juve e Inter fino a maggio. Non importa che sia seconda o terza in classifica, ma che a questo punto della stagione la sua autostima e la fiducia nella sua forza la spingano verso traguardi importanti, a gettare il cuore oltre l’ostacolo. E poi c’è il recupero con il Verona che può dare altri punti importanti. Non s’è mossa sul mercato, però sa anche di dover giocare soltanto il campionato, quasi sempre una partita a settimana, non di più: in situazioni del genere, con un po’ di fortuna, se non ci saranno infortuni seri, potrebbe affrontare tranquillamente la stagione con gli undici titolari più due-tre riserve affidabili, senza bisogno di eccessivo turn over”.

Febbraio è il mese che porta allo scontro diretto del 1 marzo, riparte la Champions e c’è la Coppa Italia: sarà il mese decisivo per delineare le gerarchie?

“Per esperienza diretta, avendo allenato per tanti anni una squadra che puntava a tutti gli obiettivi, dico che la stagione non si decide a febbraio o a marzo. Il mio motto era: per vincere qualcosa devi puntare a vincere tutto. Devi quindi gestire le forze per arrivare alla fine in tutti i tornei in cui sei coinvolto, senza dare preferenze a nulla. Non puoi fare calcoli, non puoi scegliere. E se ti ritrovi in testa al campionato, in semifinale di Coppa Italia e negli ottavi di Champions con buone prospettive d’andare avanti, è chiaro che ti giochi ogni partita pensando all’obiettivo finale, senza pensare a dosare le energie”.

Chi sarà il giocatore decisivo tra quelli arrivati a gennaio?

“Ibrahimovic. Per quello che si è visto finora è stato il nuovo acquisto più decisivo in assoluto. Ha una forza straordinaria e, cosa importante, si vede che non è ancora al massimo, per forza di cose. Ma il suo impatto con la squadra e soprattutto con i compagni è stato devastante, nonostante l’età. Avevano proprio bisogno di lui, della sua forza e del suo carisma. E quando entrerà in condizione saranno problemi per chiunque. Ibra è sempre Ibra”.

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