Cordoba sull’Atalanta: “Non faccio pronostici. Conte mi ha fatto ricredere”

Ivan Ramiro Cordoba è finito sotto i raggi X de La Gazzetta dello Sport. In un’interessante chiacchierata ha toccato i temi Inter-Atalanta (in programma domani sera alle 20:45), Antonio Conte e Gian Piero Gasperini.

L’INTERVISTA

Qual è il tuo pronostico per il match di domani?
“Non faccio pronostici: tiferò Inter, ma è un match da tripla. La squadra è sempre più solida, ha già fatto propri i concetti dell’allenatore, ma si troverà contro un super attacco che recupera un certo Zapata…”.

Lei lo conosce bene (Zapata).
Attaccante fortissimo, una certezza in Serie A. E non da oggi. A Bergamo ha fatto il salto di qualità. Giusto restare, ma penso che il suo destino ormai sia segnato: vale una big e a giugno potrebbe arrivare la grande chiamata“.

Con Duvan si confronta anche su temi extra-calcistici.
“Abbiamo due Fondazioni in Colombia. Anche Muriel si muove per la beneficenza. Il nostro è un modo di aiutare i più deboli: anziani e soprattutto bambini. Non possiamo garantire una carriera da sportivi professionisti, ma proviamo a prepararli a una vita offrendo delle possibilità: studiando o imparando un mestiere possono evitare di prendere brutte strade”.

Meglio Zapata o Lukaku?
“Sono simili, tra i più tosti da affrontare: per la potenza mi ricordano Vieri. Un consiglio per le due difese? Mai stargli addosso, ti “ammazzano”: è fondamentale giocare d’anticipo”.

Su Muriel?
“Ha qualità uniche, gli mancava solo la continuità. E a Bergamo la sta trovando, altrimenti non avrebbe segnato undici gol stagionali già a gennaio”.

Conte-Gasperini: una sfida nella sfida.
“Sarò onesto: dubitavo che Antonio potesse inserirsi subito nel nostro mondo, visto il suo passato. Mi sono ricreduto e i risultati risultati nascono sia dal lavoro suo e di Marotta. È un professionista vero: dava l’anima da giocatore della Juve e fa lo stesso oggi sulla panchina dell’Inter. Gian Piero sta facendo cose veramente importanti: oggi in Italia sono i migliori”.

Perché Gasperini all’Inter non andò bene?
“Restò per poche settimane, le stesse in cui io ero infortunato: non ci fu modo di confrontarci. Peccato perché mi sarei divertito: il suo gioco è moderno, efficace e, senza dimenticare che il primo compito resta quello di non subire gol, coinvolge alla grande i difensori. Lo ammetto: mi sarebbe piaciuto lavorare con lui”.

Come si troverebbe nelle loro difese a tre?
“Benissimo. Credo mi utilizzerebbero a destra o sinistra… non da centrale. Ma anche la linea a quattro ha molti aspetti positivi. Il calcio nel tempo è cambiato: conta il modulo, ma soprattutto l’atteggiamento. Anni fa si seguiva l’avversario pure al bar, oggi si difende in modo più dinamico”.

Secondo lei la Dea può confermarsi tra le prime quattro?
“Perché no? E in Champions ha tutto per superare il Valencia. Ha dimenticato le prime tre sconfitte, qualificandosi agli ottavi meritatamente. E contro gli spagnoli può, anzi, deve osare. Come? Giocando da Atalanta”.

E invece per l’Inter qual è l’obiettivo?
“Se giochi nell’Inter devi lottare sempre per il massimo: la paura di pronunciare la parola Scudetto non deve neanche esistere…”.

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