Il VAR cambia? Casarin: “Precisi senza strumento giusto”

L’ex arbitro Paolo Casarin dà la sua opinione in un’intervista al Corriere dello Sport riguardo alle problematiche legate all’uso della tecnologia nel calcio. Arriverà un cambiamento per il VAR?

“Var? Ci vogliono anni per migliorarlo”

“Il Var è in possesso del 15% delle Federazioni affiliate alla FIFA. Ci vogliono anni per migliorarlo, è stata una bugia farci credere che siamo alla fine dell’esperimento”, dice Casarin, a discapito del nuovo strumento di valutazione, soprattutto sull’offside: “Sul fuorigioco un essere umano sceglie il frame di partenza e poi la tecnologia si accorge se c’è un’unghia in offside”.

E ancora, riguardo la proposta dell’Ifab sulla valutazione millimetrica del fuorigioco, dove non si dovranno più valutare i pochi centimetri: “Sì, sono d’accordo. Oggi è come se dicessimo: facciamo una gara sui 100 metri però misuriamo solo il tempo degli atleti al traguardo, senza controllare se la partenza è corretta. Assurdo”.

Tecnologia sfuggita di mano?

“Hanno voluto fare i super precisi senza avere lo strumento giusto. E poi c’è un altro tema centrale. Con la vecchia valutazione del fuorigioco si favoriva l’attaccante, che poteva essere avanti di qualche centimetro ma non superare la figura del difensore. Con questa storia del 3D si sceglie, invece, di dar ragione sempre alle difese, tanto è vero che sono stati annullati decine di gol in più. In un momento in cui il calcio progredisce verso il gioco offensivo, e in cui tutte le regole sono finalizzate a migliorare lo spettacolo, è stato un ragionamento contro senso”. Insomma, tornare al passato per rivedere il futuro.

Secondo Casarin, infine, anche il fallo di mano inizia ad essere una valutazione umana, difficile da controllare. “Oggi si parla dell’uomo vitruviano per capire come il difensore può tenere le braccia in area. Questa roba finirà prima o poi in qualche libro di barzellette”.

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