Costruzione nuovi stadi, Italia superata da Israele e Turchia

La Gazzetta dello Sport in edicola oggi ha analizzato la desolante situazione relativa alla costruzione di nuovi stadi in Italia. In particolare, l’Italia è fuori dalla classifica delle 10 Nazioni migliori, sotto questo aspetto.

“OLTRE LA PERIFERIA DEL CALCIO, SI FANNO I CONTI SENZA L’OSTE”

Siamo oltre la periferia del calcio – scrive la rosea, che poi rincara la dose -. Siamo usciti dalla classifica, secondo l’ultimo report pubblicato dalla Figc. Nel decennio 2008/2018, per la realizzazione di nuovi stadi, l’Italia è dietro anche ad Israele, Turchia, Polonia e Russia”.

Si passa poi ad analizzare il rifiuto che Inter e Milan hanno dovuto incassare dal Comune. Inter e Milan hanno fatto i conti senza l’oste: plastici avveniristici, architetti internazionali, investimenti faraonici e poi Sala li ha gelati. San Siro deve restare in piedi, un errore di valutazione che ha del macroscopico, dell’incredibile, in una città come Milano”.

ANDREA ABODI: “UN VIZIO TUTTO ITALIANO”

A tal proposito è intervenuto anche Andrea Abodi, presidente dell’Istituto del Credito Sportivo. “Ho partecipato a molti convegni, ma le chiacchiere non fanno nascere progetti né tanto meno nuovi stadi o impianti. Questo tema non ha bisogno di fiumi di parole, ma di capacità, competenza e volontà, combinate con una feroce determinazione e gioco di squadra. Per come si sono evolute altre Nazioni negli ultimi anni, il confronto sarebbe perdente e umiliante. I club hanno tutto il diritto di scegliere la scala delle rispettive priorità, ma la sfida dello sviluppo si vince quando i suoi attori sono uniti, per sottoscrivere un patto per il bene comune. Inter e Milan? Sono cadute in un vizio tutto italiano, presentare i rendering prima degli studi di fattibilità e del relativo consenso dei portatori di interesse. Io non credo ai progetti calati dall’alto: l’ascolto e il confronto con l’amministrazione comunale sono passaggi preliminari ineludibili, visto che più che nuovi stadi si propongono veri e propri piani di rigenerazione e sviluppo urbano”.

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