De Boer tuona: “Inter gruppo marcio, un dirigente mi minacció per un suo giocatore”

Frank De Boer torna a parlare della propria esperienza all’Inter. Lo fa all’Algemeen Dagblad con toni amari e provocatori, come già gli è capitato in passato. Le dichiarazioni rimarcano ulteriormente le difficoltà che ha avuto con l’ambiente nerazzurro, storicamente difficile da gestire e sempre pronto ad esplodere (ne sa qualcosa Spalletti). E forse possono anche far riflettere sul fatto che, probabilmente, quell’orrendo inizio di stagione nel 2016 non fu solamente colpa sua.

“VOLEVO UN CAMBIAMENTO RADICALE, MA NEMMENO I DIRIGENTI MI HANNO AIUTATO”

Volevo cambiare l’intera struttura e la cultura, perché quel club non vinceva nulla da molto tempo. Mi sono completamente immerso in questo, mentre volevo davvero lavorare con i giocatori” ha detto. Tuttavia molti furono gli ostacoli che si frapposero tra lui e i suoi obbiettivi. “Avevo a che fare con un gruppo marcio. Volevo buttare fuori alcuni giocatori ma la società non me lo permise. Forse avrei potuto premere di più sull’acceleratore, se vuoi cambiare veramente devi fare così. Forse volevo essere troppo amico di tutti”. Inoltre il tecnico olandese sottolinea come anche i dirigenti non lo aiutarono perseguire i propri intenti: “Un dirigente mi disse che se non avessi fatto giocare il suo giocatore, non sarei stato allenatore molto a lungo. Lì hanno questa influenza. All’Atlanta United (sua attuale squadra, ndr) non c’è tutta questa interferenza”.

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