L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Ancora un incubo

Rieccoci nell’abisso. Sprofondati con le nostre stesse armi, ancora una volta, senza aver fatto nulla per evitare il tracollo. Pioggia e nuvole nel day after di Inter-Eintracht: la seconda partita più importante dell’anno travestita semplicemente da seconda chance. Dopo aver fallito il primo obiettivo, l’Inter getta al vento anche il traguardo ed il trofeo europeo più adatto alle sue caratteristiche stagionali, vanificando così l’intera stagione d’oltre confine.

GARA SENZA ALIBI

Vince l’Eintracht che porta a casa il massimo risultato con il minimo sforzo, nonostante meritasse ben altri riflettori per quanto visto in campo. Zero vere occasioni, zero mentalità, zero grinta e zero carattere: altra figuraccia per la formazione di Spalletti, incapace di reagire dopo il colpo subito.

Vale – ma che non sia un alibi – la zavorra delle assenze. Nainggolan, Lautaro, Brozovic, Asamoah e la possibilità di avere forze fresche da schierare nei momenti difficili. Con il gruppo ridotto all’osso però, il tecnico di Certaldo non è riuscito a vedere in campo nemmeno grinta e carattere che, in partite come queste, possono far girare anche il doppio le proprie gambe. Menzione a parte merita Mauro Icardi che ha scelto di abbandonare l’Inter nel momento del bisogno più estremo: una pietra gigante sulla sua parentesi nerazzurra che non dimenticheremo.

SPALLETTI SENZA VOGLIA

Per Spalletti si chiude, forse, un ciclo di gioie e dolori che lo hanno portato in Champions League con i colori nerazzurri. Perché per le motivazioni e la grinta dimostrate anche ieri sera, il tecnico di Certaldo sembra non poter dare più nulla alla causa nerazzurra, logorato dalle sfide e dalle pressioni della piazza. Messo ko anche dai suoi uomini migliori, lo Spallettone dovrà ricaricare le energie prima di ripartire con l’Inter, perché al momento questa squadra non gli appartiene.

Svanisce così anche il secondo trofeo stagionale, nel peggior modo possibile: senza lottare. Ed il risveglio, per i tifosi interisti, è ancora da incubo.

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