ANALISI – Cagliari-Inter e i motivi del flop nerazzurro

Quasi 10 anni dopo il Cagliari torna a battere l’Inter tra le mura amiche. Un 1-2 pesantissimo per gli uomini di Spalletti che complicano ulteriormente il proprio cammino verso il raggiungimento della Champions League. Si salvano in pochi: bene Naingollan e Lautaro, male Brozovic, quando il croato non è in giornata la giostra non gira.

LE SCELTE DI MARAN E SPALLETTI

Maran si presenta con il consueto 4-3-1-2 ma con qualche cambio rispetto alla gara giocata contro la Sampdoria. In difesa spazio a Srna e non Padoin, Faragò al posto dello squalificato Deiola mentre Barrella trequartista dietro a Pavoletti e Joao Pedro.
Spalletti risponde con la formazione annunciata, confermando l’undici anti-Fiorentina con una sola differenza: Asamoah per Dalbert.


PRIMO TEMPO: IL CAGLIARI DOMINA, ALL’INTER MANCANO LE FASCE E IL CENTROCAMPO 

Il Cagliari parte subito forte sfruttando il suo marchio di fabbrica: i lanci lunghi. In fase difensiva i sardi sono molto alti, con un pressing intensissimo impedisco ad Handanovic di far ripartire il gioco dai due centrali difensivi. Quando l’Inter tenta di impostare a centrocampo, il Cagliari si difende con tutti gli effettivi. In fase offensiva i rossoblù dominano sulle corsie laterali, soprattutto sulla destra e non a caso il secondo gol siglato da Pavoletti nasce proprio da un cross di Srna da quella corsia. Il gol del vantaggio, invece, nasce da una situazione di calcio piazzato: Ceppitelli di testa buca Handanovic e sfrutta l’altro punto di forza della squadra di Maran.
Un Inter in completa difficoltà, su tutti i giocatori che ricoprono i ruoli delle fasce e Brozovic che commette troppi errori in fase di costruzione. I nerazzurri sono molto macchinosi, merito sia della foga agonistica e sia del primo pressing degli avversari. Poco sfruttata la corsia debole del Cagliari, quella di sinistra occupata da Pellegrini; non a caso quando ha affondato in quella zona ha trovato il gol del momentaneo 1 a 1 con Lautaro. In fase difensiva, a differenza dei sardi, il pressing si è rivelato molto sterile permettendo loro di far giocare Cragno con i due centrali.

SECONDO TEMPO: IL CAGLIARI CALA SOLO AL 70’ MA I NERAZZURRI NON TROVANO IL GOL

Nei secondi 45 minuti la straordinaria intensità del Cagliari vista nel primo tempo allenta un po’ ma i sardi sono sempre compatti, corti, pronti a non far ripartire la manovra nerazzurra e rubare con intelligenza i palloni per poi ribaltare improvvisamente l’azione.
Spalletti prova prima ad invertire gli esterni, con Perisic che passa a destra e Politano a sinistra, e al 67’ sostituisce uno spento Vecino per far posto alla qualità di Borja Valero. L’Inter capisce bene che il lato su cui deve affondare è quello di Pellegrini, è sulla destra che i nerazzurri creano le maggiori occasioni senza mai trovare la rete del pareggio. A 20’ dalla fine il Cagliari sembra esausto, l’Inter infatti riesce ad avere più libertà nella manovra e crea un occasione ghiottissima ma mal sfruttata dal subentrato B.Valero. Il tecnico toscano al 82’ sostituisce Asamoah con Candreva, riorganizzando la sua squadra con un 3-4-1-2 e al 84’ Lauato scheggia in area il palo dopo che la palla era stata deviata anche da Cragno. Fuori Brozovic e dentro Ranocchia ma l’ultima carta disperata giocata da Spalletti non porta risultati. Alla fine il Cagliari ha anche l’occasione di calare il tris ma fallisce il rigore con Barella.

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