RASSEGNA STAMPA – Steven Zhang e le tre mosse per riportare l’Inter ai vertici

Come riportato oggi da La Gazzetta dello Sport, serviranno circa tre anniSuning per rendere l’Inter competitiva ai massimi livelli europei. Zhang Jindong vuole esportare il marchio della sua azienda a livello globale e il volano nerazzurro sarà determinante. Per questo motivo, le parole di Steven Zhang non sono uno slogan vuoto, ma hanno dietro un piano concreto.

I TRE PUNTI DEL PROGETTO

CHAMPIONS LEAGUE – Solo la Champions avvicina i nerazzurri in termini di fatturato ai bianconeri. Il club ha chiuso l’ultimo bilancio con 297 milioni di utile, plusvalenze escluse: siamo ancora a 114 milioni di distanza dalla società di Agnelli, ma considerando che in questo esercizio l’Inter potrà finalmente inserire i ricavi Champions – la stima minima è tra i 60 e i 70 milioni – e pur tenendo a mente l’effetto Ronaldo, il divario è destinato a diminuire.

MAGGIORI RICAVI – L’idea è quella di ampliare i ricavi attraverso il mercato asiatico e americano, senza dimenticare che la gestione di San Siro non è più rimandabile. Entro la fine dell’anno l’Inter vuole sedersi con il Comune per definire la questione, possibilmente insieme al Milan. La strategia è chiara: San Siro, rispetto a uno stadio di proprietà, garantirebbe ricavi simili a fronte di un investimento minore, stimabile sui 150 milioni (ovvero il costo complessivo di 300 diviso a metà con il Milan). Infine, lo sponsor sulla maglia. Il marchio Pirelli è in scadenza nel 2020, frutto del rinnovo automatico biennale della scorsa estate così strutturato: 10,5 milioni garantiti di fisso, 6 di bonus di qualificazione Champions e altri step previsti in base al cammino europeo, fino a un massimo di 22 milioni. Zhang è convinto che, una volta scaduto l’accordo (da lui ereditato) con Pirelli, qui ci sia margine di crescita.

GESTIONE TECNICA – Il neo presidente è stato chiaro: «Vorrei tutti i migliori, giocatori e dirigenti». Può esser colto un riferimento allo sbarco in area dirigenziale di Beppe Marotta, certamente. Ma è anche un segnale del presidente che da qui a fine stagione, al netto di contratti da rinnovare e/o già in essere, tutti dovranno dimostrare di meritarsi l’Inter da vertice, da Icardi a Spalletti.

Impostazioni privacy