110 motivi per amarla: buon compleanno Inter #Inter110

“Siamo così, dolcemente complicati”. Un mantra che calza a pennello su di noi, nerazzurri dal midollo. Due colori che ci hanno stregato, stupito, conquistato, deluso, ammaliato. Una squadra che è diventata il nostro credo, da seguire domenica dopo domenica, che diventa necessità ed al tempo stesso virtù. Una nuova pagina da scrivere, 110 anni di una storia di traguardi, gioie, dolori e soprattutto emozioni. Perchè alla fine sono loro che ci permettono di essere qui, scrivendo fiumi d’inchiostro di qualcosa di inspiegabile.

CIO’ CHE SIAMO

Imprevedibili, lunatici, ma troppo spesso unici. Soprattutto pazzi, mai scontati, forse anche complicati. Noi interisti abbiamo scelto una donna dal fascino invidiabile. Riesce a toccare il cielo con un dito, per poi sprofondare nell’oblio un istante dopo. “E’ difficile spiegare certe giornate amare, lascia stare”. Dalla rimonta folle contro la Sampdoria, in quel 3-2 del 2005 in 6 minuti, all’incubo del 5 maggio. Dal Triplete sul tetto del mondo al passo falso contro lo sconosciuto Hapoel Beer Sheva. L’Inter è qualcosa di unicamente anomalo, è l’emotività di una filosofia fragile, incapace di garantire sicurezza. Non sai cosa devi aspettarti, nè saprai mai cosa ti riserverà il domani. E’ tutto da scrivere. Lo stesso hanno pensato il 9 marzo 1908: un gigantesco interrogativo sul futuro costruito sulla passione di un progetto che, oggi, scandisce il nostro quotidiano.

CIO’ CHE RESTA

In 110 anni, le generazioni nerazzurre hanno coltivato sogni ed osservato da vicino la creazione di un mito che, dal ristorante l’Orologio di Milano, ha raggiunto il mondo intero. Internazionale, appunto, per evidenziare una fratellanza che non ha confini: un’unica grande famiglia radicata su passioni, idoli e bandiere. La nostra casa, da dividere con uno dei peggiori nemici, resta il fiore all’occhiello di un Paese che, nel corso degli anni, non è riuscito a realizzare qualcosa di più bello della Scala del Calcio. Una storia che al Meazza ha spalancato i suoi occhi alla realtà più dolce, quella di vincitori e dominatori, ma anche di combattenti mai vinti. Restano le bandiere raccolte nella Hall of Fame, troppo piccola per raccogliere a pieno l’unicità di due colori. Il nero e l’azzurro, il genio e la sregolatezza, le certezze e l’imprevedibilità che ci ha resi pazzi come te.

ANCORA DI PIU’

Nell’assurda normalità in cui gira il nostro mondo, provare ad immaginare un futuro solo e soltanto roseo diventa impossibile. Ciò che possiamo invece sperare di vivere sono le gioie quotidiane su cui si fondano i trionfi, quelli veri, quelli da ricordare. L’esserci, in ogni circostanza, che siano tempi bui o epoche felici. Il dare tutto per Lei, il primo pensiero capace di surclassare ogni pezzo di noi e spostarlo in secondo piano. Possiamo solo augurarci di urlare a squarciagola ed applaudire per undici interisti veri, dal ciuffo alla punta degli scarpini. Saremo pure romantici o anacronistici, ma vedere in campo delle bandiere a cui aggrapparci è tutto ciò che vorremmo. Perchè i trionfi li abbiamo vissuti da protagonisti, ci siamo presi del tempo per gioire e sappiamo come pregustarne i ritorni. Di quelli non ci abitueremo mai, è vero, ma ciò che vorremmo trasformare da rarità ad assuefazione è dedicarsi all’interismo in ogni sua forma, partendo da chi va in campo con la nostra maglia a chi siede dietro la scrivania.

 

Grazie per averci reso unici in questi 110 anni..
Non sappiamo come fosse il mondo prima di te. Ma di certo tu lo hai reso un posto migliore.
Tanti auguri pazza Inter. 

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