Verso il derby: Inter, rebus centrocampo. Chi parte titolare?

A bloccare l’ondata di entusiasmo del Milan ci dovrà pensare, per l’Inter, il suo centrocampo. Il problema è che il reparto vive di doppioni e lacune e anche per la stracittadina sarà un rebus indovinare chi partirà titolare.

Inter, chi parte a centrocampo?

La Gazzetta dello Sport scrive che il nodo e i dubbi di Luciano Spalletti sono sempre e soprattutto in mezzo al campo.
In vista del derby di domenica sera che non si può sbagliare per tanti motivi, il tecnico toscano deve decidere su chi
puntare nel cuore del gioco, dove sarà dura battaglia dal fischio d’inizio. La prima scelta delicata riguarda il sistema di gioco. All’andata l’Inter volava sulle ali del 4-2-3-1 e si schierò con la diga Gagliardini-Vecino davanti alla difesa e Borja Valero a muoversi tra le linee per cucire il gioco tra centrocampo e attacco. Ben protetto dai due,
lo spagnolo diede pochi punti di riferimento all’avversario e a turno mise in moto Candreva e Perisic (un assist a testa) per innescare Icardi. Vero che di fronte c’era un altro Milan in tutti i sensi e che Montella puntava sul 3-5-2. Gattuso invece vince con il 4-3-3 e non è escluso che Spalletti possa decidere di mettersi a specchio. La differenza
in fondo è relativa, quello che conta oltre all’atteggiamento sono gli interpreti.

Il casting sulla trequarti per esempio non è ancora stato risolto. In quel ruolo così delicato sono stati
provati Brozovic, Joao Mario (ora in prestito al West Ham), Borja, Eder a gara in corso e Rafinha. Nessuno ha convinto sino in fondo. Lo stesso ex Barcellona alla prima da titolare contro il Benevento ha mostrato una condizione non ancora ottimale e – complici anche i compagni che non facevano movimenti senza palla – si è mosso quasi sempre spalle alla porta, soffocato dall’amico Sandro, senza riuscire a illuminare la manovra. Vista anche l’annunciata corrida, è difficile che Spalletti riproponga il brasiliano dal 1’. Meglio tenerselo come arma per la ripresa, quando le squadre presumibilmente si allungheranno. Brozovic garantisce corsa, qualche strappo, capacità di inserimento e miglior visione della porta ma è sempre un’incognita a livello di atteggiamento. Con Borja si va
più sul sicuro, anche se nelle ultime uscite è parso spremuto.
Tanto che per la prima volta sabato è rimasto in panchina. Prima di rinunciare al suo fosforo e alla bravura nel riciclare palloni sporchi Spalletti però ci penserà due se non tre volte.

L’incognita sembra più la posizione dell’ex viola. Abbassandolo guadagni in palleggio e creatività, ma poi chi tiene fisicamente Kessie e Bonaventura? Gagliardini e Vecino sono più strutturati e garantiscono anche quei chili e
centimetri che possono risultare fondamentali specie sulle palle inattive. Vedi spizzata dell’uruguaiano per il gol scaccia crisi di Skriniar al Benevento. È vero che anche loro due ultimamente sono parsi in calo, ma Vecino non sembra in discussione anche per la prestazione dell’andata. Pur rientrato poche ore prima del match dagli impegni con la nazionale, Matias giocò una partita di intensità mostruosa in entrambe le fasi. Un po’ mediano e un po’ mezzala: perfetta interpretazione del ruolo in chiave moderna.
Con due strappi decisivi (tiro a fil di palo e azione che ha portato all’angolo da cui è nato il rigore) anche nel finale.

Più difficile immaginare l’anarchico Brozovic nei due davanti alla difesa. Il croato potrebbe invece fare l’elastico tra la trequarti e le zolle da interno, anche per braccare Kessie. La sorpresa allora potrebbe essere Candreva piazzato alle spalle di Icardi.
Un ruolo che l’azzurro (che oggi compie 31 anni) aveva già ricoperto con successo alla Lazio e in cui Spalletti lo ha testato nel finale contro il Benevento. Una mossa che potrebbe portare alcuni vantaggi. Intanto ampliare la visuale di Candreva, che spesso si ostina a stare molto largo e a far dipendere le proprie fortune da come escono i cross. Muoversi centralmente può anche concedergli – lui che in questa stagione ha piazzato 8 assist ma nessun gol – più occasioni di andare al tiro. In fondo così si era sbloccato nello scorso campionato, proprio contro il Milan. Così inoltre si creerebbe spazio a destra per Cancelo – con l’inserimento dietro di Santon – o per Karamoh. Il francesino è il giocatore più di gamba, trasmette entusiasmo e anche se ogni tanto l’irruenza lo porta a non rispettare le consegne tattiche è pur sempre stato decisivo nelle vittorie contro Bologna e Benevento. Vero che l’ex Caen dovrebbe
stare attento a Rodriguez, ma neanche lo svizzero vivrebbe una serata facile.

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