C&F – Ecco perchè il Fair Play Finanziario ha spezzato i sogni dei tifosi nerazzurri

In questo articolo, grazie soprattutto a Calcio&Finanza, andremo ad evidenziare il motivo di tanta “austerity” per il mercato nerazzurro.

IMPOSSIBILE PAGARE STIPENDI TROPPO ALTI

Lo spettro del fair play finanziario continua ad incombere sui conti dell’Inter. L’obbligo di chiudere in break-even anche il bilancio al 30 giugno 2018 (considerando i ricavi e i costi che interessano l’Uefa) ha infatti influenzato anche le mosse di mercato del club nerazzurro: la necessità di allungare la rosa, magari inserendo un giocatore di livello alto (come poteva essere Pastore) si è scontrata spesso e volentieri con le necessità a livello economico in chiave FPF.

È stato così, ad esempio, in termini di stipendi per quanto riguarda Ramires (l’Uefa permette trasferimenti tra squadre della stessa proprietà solo se al fair value, e lo stipendio da 10 milioni annui, anche considerando solo sei mesi, era ritenuto eccessivo), e allo stesso modo la trattativa per Pastore con il PSG.

RICAVI POVERI, SPONSOR INSUFFICIENTI

A quanto detto prima segue un evidente calo di entrate. I proventi dalla gestione dei calciatori nella stagione in corso salgono a circa 13,7 milioni grazie ai numerosi prestiti onerosi che la società nerazzurra incasserà (da Gabigol a Joao Mario, passando per Nagatomo e Murillo), oltre alla piccola percentuale derivante dalla cessione di Coutinho al Barcellona (per cui l’Inter dovrebbe incassare circa l’1,5%). Spiccioli.

Tra i ricavi commerciali, invece, a mancare ad oggi sono i 25 milioni di signing fee che Suning aveva aggiunto nel passato esercizio alla firma del contratto di sponsorizzazione della Pinetina e della maglia di allenamento. Nella passata stagione infatti la sola sponsorizzazione valeva oltre 40 milioni di euro, tra cifra fissa (16,5 milioni) e bonus: ad oggi, mancando il signing bonus, l’Inter dovrebbe incassare circa 21,5 milioni, grazie ai diversi altri bonus ottenuti in stagione. Cifra decisamente inferiore, come inferiore sarà, in base a quanto contenuto nei documenti del bond, l’incasso per quanto riguarda lo sponsor tecnico: l’assenza dalle competizioni europee negli ultimi anni ha portato ad un taglio della sponsorizzazione da Nike per l’anno in corso, con l’azienda Usa che verserà nelle casse del club solo 3,7 milioni di euro.

Questi sono solo esempi e dimostrazioni di come la situazione sia molto più complessa e articolata di quella che in realtà appare, in barba ai luoghi comuni e al diffuso semplicismo sulla questione.

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