Ali da risvegliare, Rafinha da inserire, ecco i pensieri di Spalletti

L’Inter è in caduta libera e sa di dover reagire. Manca poco alla chiusura del mercato, quando si saprà realmente chi avrà in rosa Spalletti. Nel frattempo dalla crisi il tecnico di Certaldo deve risvegliare le ali e saper inserire bene Rafinha, mentre sponda opposta di Milano cresce l’entusiasmo del Milan, pronto a lanciarsi contro i nerazzurri.

Inter, quanti dubbi per Spalletti

Scrive La Gazzetta dello Sport che nove gare senza successi fanno impressione. Cinque pari e due sconfitte in campionato, vittoria ai rigori con il Pordenone in Coppa Italia e poi derby vinto dal Milan.

E’ in corso una evidente involuzione dal punto di vista del gioco in generale, ancor più preoccupanti però i limiti tecnici e di personalità mostrati ultimamente da una rosa che in larga parte già l’anno scorso era franata senza giustificazioni nel momento decisivo. A poco sono serviti i rinforzi tutto sommato di contorno del mercato estivo, con le eccezioni di Skriniar e Cancelo. Borja Valero, per esempio, non ha più la brillantezza dei tempi d’oro e andrebbe allora adeguatamente protetto nel cuore del campo con interni esplosivi, di gamba: giocatori che però oggi l’Inter non ha.

VecinoDalbert? L’impressione è che l’uruguaiano abbia già raggiunto il suo top, mai pervenuto
invece il brasiliano. Karamoh, infine, è un giovane talento che ha però inevitabilmente bisogno di tempo per trovare il giusto feeling con un calcio complicato come quello italiano.

Il popolo nerazzurro teme ora un tracollo stile Stramaccioni 2012/­13 e Mancini 2015/­16, tralasciando appunto l’anno scorso con l’illusione Pioli e la successiva lunga scivolata fuori dall’Europa.
Stramaccioni iniziò alla grande, violò per primo lo Stadium della Juventus e dopo 16 giornate era secondo (34 punti) a ­4 dai bianconeri: arrivò nono a quota 54 punti.Dal canto
suo, Roberto Mancini era primo alla diciottesima giornata (39 punti), ma chiuse quarto
con 67 punti, qualificandosi solo per l’Europa League. Spalletti deve allora oggi lottare anche contro questa strana sindrome tutta nerazzurra. Serve una rinfrescata sotto vari punti di vista, probabile che l’uomo di Certaldo stia studiando qualcosa di tatticamente nuovo che magari risvegli la vena di
Perisic e Candreva (l’azzurro è ancora a secco in questa stagione), oltre a permettere a Icardi di gestire qualche pallone in più nelle aree avversarie.

Icardi e Perisic, in particolare, hanno finora firmato 25 delle 37 reti interiste in campionato, e il croato non segna dal 3 dicembre scorso, tripletta al Chievo nel giorno dell’ultima vittoria dell’Inter in assoluto. Nello stesso periodo, Maurito è andato a segno appena due volte: insomma, una totale dipendenza
da questi due giocatori, e si spiega quindi anche così la rottura prolungata della banda Spalletti.

Varato intanto a Ferrara dal primo minuto il 4-­3-­3 con Borja Valero davanti alla difesa, sistema che però avrebbe bisogno in regia proprio di un centrocampista più solido rispetto allo spagnolo.
A prescindere dal sistema che deciderà di adottare Spalletti, sabato contro il Crotone scoccherà l’ora di Rafael Alcantara, detto Rafinha, una potenziale scossa nel cuore del campo, “giocatore che ho trovato
meglio di quanto pensassi“, aveva detto il tecnico alla vigilia di Spal-­Inter. Dietro a Icardi o esterno nel 4-­2-­3-­1, interno puro nel 4­-3­-3, “io sono pronto a dare ovunque il mio contributo e a portare l’Inter in Champions“, è il pensiero più volte espresso dall’ex tuttofare del Barcellona.

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