L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Ambarabà ciccì coccò il pareggio ci scappò…come nel 2008

C’è poco da sorridere in casa Inter. Se doveva esserci il segnale di una squadra pronta a riprendersi (o prendersi definitivamente) il treno Champions resta molto amaro in bocca. Fino al gol di Vecino, minuto 86, i nerazzurri erano quinti in classifica con Roma e Lazio con una gara in meno e un sogno in più da cullare. Poi ci ha pensato Di Francesco. Un pareggio che riporta alla mente il 2008, quando Zanetti mise una pezza sullo scudetto. Altri tempi.

Ambarabà ciccì coccò il pareggio ci scappò, ma che paura!

Eusebio Di Francesco è il nuovo che avanza. Con il Sassuolo ha creato un modello di rara bellezza sotto il profilo della neopromossa che si affaccia ai piani alti. Poi però una volta a Roma, per il salto di qualità, qualcosa non ritorna come prima.

Il suicidio tattico in casa giallorossa sta nelle sostituzioni. Togliere Gerson ed El Shaarawi per mettere Bruno Peres e Juan Jesus ad un quarto d’ora dalla fine è stato come un assist mentale per far pareggiare l’Inter.

Nerazzurri però che hanno avuto il “mal di porta” fenomeno che comporta il creare tanto ma non inquadrare mai i pali del portiere Alisson.

Ci si è messa anche la solita sfortuna dei pali, con un tiro a casaccio di Icardi che quasi prende l’intera posta in palio, fino al miracolo.

Vecino (che ha un conto in sospeso con la Roma visto il gol anche all’andata) ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo, ma le gare senza vittoria ora sono 6 e Spalletti deve correre ai ripari.

Sollievo che è inizialmente diventato infarto quando nel primo tempo un cross di Alisson, professione portiere, ha lanciato direttamente El Shaarawi con un Santon che fa l’unica cosa che fa bestemmiare gli allenatori anche con i Pulcini, sbagliare il colpo di testa e lanciare solo l’attaccante.

Dopo il gol però di Roma se n’è vista poca, ma non è che si sia vista una grande Inter come risposta. Mettiamo che gli avversari abbiano ormai capito come gioca l’Inter col 4-2-3-1 e che se Candreva non azzecca un cross e Perisic un passaggio si può avere qualsiasi attaccante rapace in area ma gol non ne arrivano.

Nettamente molto meglio l’Inter con Eder. Il ragazzo si sbatte, sa che la Premier lo corteggia e per fortuna dei nerazzurri (e sfortuna degli italiani) non c’è un Mondiale da giocare e quindi preparare al meglio con tanti minuti in campo quindi l’oriundo può scegliere senza fretta se esser ancora comprimario o titolare altrove.

Alla fine dei conti però l’Inter si porta avanti con la roma negli scontri diretti, è ora a pari punti con una Lazio spettacolare e a +3 sui giallorossi nella settimana che vedrà mercoledì i recuperi Lazio-Udinese e Sampdoria-Roma.

Solo dopo quel giorno l’Inter si potrà guardare bene intorno senza calcoli ipotetici, ma si ha l’impressione che serva ben altro di un Rafinha.

Impostazioni privacy