E’ una favola, un volo pindarico, un sogno con la morale, un’allucinazione, un’eresia, ma in molti iniziano a giurare si tratti della verità.
La notte di Natale è un sabato del villaggio ricco di aspettative, desideri, frenesia, che si tratti di grandi o piccini, che si creda o meno a Babbo Natale, ognuno in quella notte è euforico, frenetico, desideroso di miracoli e cambiamenti e attende regali materiali o spirituali, novità e conforto.
Era la notte di un 24 dicembre, il Biscione era impaziente, tentava di prender sonno contando i terzini soprattutto quelli sinistri, ma non c’era verso e ad un tratto venne terrorizzato da un lamento cavernicolo, poi un altro, poi un altro ancora. Apparve uno spirito gigantesco che fra tentativi di volare per le stanze del Suning Center in memory of Angelo Moratti mentre a fatica cercava di leggere il nome senza addormentarsi, veniva tirato verso il basso da pesantissime catene. Era mezzo uomo mezza bestia, portava una barba lunga che copriva in parte la bava di rabbia agli angoli della bocca, al posto delle mani aveva due rossi guantoni da Boxe e al termine delle zampe posteriori aveva una scarpa lucida e perfetta sulla sinistra e un incudine sulla destra. Indossava una maglia nerazzurra con impresso IoMatrix e la pelle era completamente ricoperta di inchiostro.
Guardò il Biscione che intanto tentava di proteggersi nascondendosi sotto le coperte e esclamò: “Sono Marco Tyson e io questo film l’ho già visto! Arriva Natale e tu scompari, perdi il cuore, la testa e la vetta…Ora basta!”.
Apparve una Tesla nuova di pacca che senza far rumore si parcheggiò davanti al letto e dopo poco ne uscì un uomo evidentemente ricchissimo che si fece subito offrire un caffè adducendo al fatto di essersi dimenticato il portafogli e attaccò: “Juventus uguale FIAT uguale potere, Taca la Bala”. “Sono il Mago, l’unico Spirito del Passato e ora seguimi”.
Ma ciò che lo colpì maggiormente fu uno slogan che poi ebbe a ben vedere essere la chiave di tutto, “Soli contro tutti”, seguito da una coppia di giornalisti dalle sembianze di un gatto e una volpe, un mostro minaccioso dal nome poco rassicurante di Ausilicus e rimase interdetto dalla bellezza e dall’ambiguità delle ombre cinesi che in un attimo potevano passare dal disegnare il simbolo del dollaro, al gesto delle corna o a un enorme dito medio.
Tornarono al presente, il Mago risalì in macchina “Ora il mio tempo si è fatto ed il mio compito assolto. Qualcun altro verrà”.