Il condottiero cauto, le tentazioni di Lucignolo e il mercato necessario

La prima sconfitta dell’Inter, da molti sperata, da alcuni attesa, da pochi temuta, non è un dramma, ma deve servire da lezione e deve essere monito per le intenzioni future.

SPALLETTI NON FA MIRACOLI, ALL’INTER SERVE MERCATO  

Nessun dramma appunto, ma il match con l’Udinese di Oddo, se non si vuole prendere in considerazione la figura rimediata con il Pordenone, non deve essere uno spoiler e un’anticipazione di un film già visto troppe volte. Deve semplicemente riportare tutti con i piedi per terra, alla cautela, al lavoro, al sacrificio, all’umiltà, ma soprattutto alla realtà.
Spalletti, colui che quasi tutto può, lo sa, ma forse non basta.
Il vate di Certaldo che ora già qualcuno rimprovera (roba da pazzi!) o avverte (vero Curva Nord?) sta compiendo una rivoluzione, sta intraprendendo passi da gigante, sta realizzando un miracolo inaspettato, inatteso, insospettabile, ma essendo un umano (almeno fino a prova contraria) ha dei limiti anche se questi non sono imputabili alla sua persona.
In estate gli è stata affidata una macchina svalvolata, pazza, instabile, con pezzi di ricambio trovati qua e là, depressa e ingolfata, con alcune parti pregiate in un mare di usato non garantito.
LucianONE in silenzio, senza proclami e senza isteria l’ha fatta brillare come l’ultimo modello di Luxury Car, ma a suon di macinare chilometri a velocità elevatissima il rischio che riaffiorino vecchi problemi si fa sempre più concreto e sarebbe ora di trovare un meccanico vero che usi pezzi originali.
Lui è cauto, non parla di rinforzi, tira in ballo se stesso e difende la squadra, ma…
C’è stato chi invece, il suo lavoro non l’ha fatto come sempre ci ha abituati, pensava di godersi i frutti del sacrificio altrui e ora come sua usanza già mette le mani avanti ed è pronto a scaricare le colpe sul primo incolpevole.
Il prode Romeo, in arte Lucignolo, con il suo mercato funzionale delirante e inefficiente ha fatto tremare i polsi a molti, tranne a Spalletti, ma questo non lo assolve anzi.
Come narra il romanzo di Collodi pensava di essere nel paese dei balocchi e godersi il dolce far nulla rubando anche meriti altrui, ma attenzione perché il rischio di diventare asini è dietro l’angolo.
Già, si parla del ds più sopravvalutato e più strapagato del pianeta terra che in questi anni ha compiuto scelte e mercati tra i più disgraziati e scellerati mai registrati, basti ricordare i vari Joao Mario, Gabriel Barbosa, Kondogbia, Cancelo, Dalbert, Telles e via discorrendo. Vero è che quest’anno la fortuna l’ha salvato con il colpo Skriniar, ma ha pareggiato ampiamente i conti con tutto il resto e adesso mette già le mani avanti: “Difficile trovare giocatori più forti dei nostri…”.
No caro Ausilio, purtroppo spesso è molto facile se si è capaci.
Non è giusto che Spalletti sia costretto a dover insistere con i vari Santon, D’Ambrosio, Dalbert, Cancelo, Joao Mario a rimanere senza difensori e dover arrangiarsi con un centrocampo molto mediocre e soprattutto contato. Non è giusto per lui e il suo lavoro, non lo è per i tifosi e non lo è per l’Inter stessa.
La coperta è corta, alcuni ruoli sono scoperti e altri coperti in affanno per necessità.

Sarebbe arrivato il momento di trovare un meccanico vero, volenteroso e capace che aiuti Spalletti a compiere il miracolo, che permettesse ai tifosi di continuare a sognare e all’Inter di tornare dove merita. Non bisogna cadere in facili allarmismi, nel dramma, o nell’esasperazione, ma neppure nelle consuete e troppo facili tentazioni di Lucignolo.
Il resto è noia

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