Con la forza della sua difesa Spalletti vuole tornare almeno per una notte da solo in testa alla classifica. L’ebbrezza del primato solitario i nerazzurri l’hanno provata dopo il successo casalingo contro la Sampdoria, la sera del 24 ottobre. A poco più di un mese di distanza un’affermazione sul campo del Cagliari riporterebbe la squadra nerazzurra lassù, davanti a tutti, a +1 sul Napoli, in campo domani contro l’Udinese.
INTER, LA FORZA DELLA DIFESA
Nella sua storia recente l’Inter ha avuto una difesa con un rendimento numericamente migliore rispetto a quello attuale solo due volte negli ultimi 10 anni. La prima volta è successo con Mourinho, nel 2008-09: le reti al passivo erano 7, ma il saldo dei punti conquistati è a favore della formazione di Spalletti(33 a 32). La seconda nel 2015-16 con Mancini in panchina (7 gol incassati), mentre nel 2010-11, nonostante i primi scricchiolii dell’era Benitez fossero già stati avvertiti, le reti erano 9 come ora. Rispetto a 12 mesi invece il paragone è nettamente favorevole a Spalletti che ha al passivo 7 gol in meno rispetto ai tre allenatori (De Boer, Vecchi e Pioli) che nelle prime 13 giornate del campionato si erano alternati in panchina.
Il segreto? La ritrovata impermeabilità del pacchetto arretrato interista nasce sicuramente dall’acquisto di Skriniar, che con la sua concretezza ha tappato molte falle presenti la passata stagione. Rispetto al 2016-17 è lievitato pure il rendimento di D’Ambrosio, ottimo in copertura e puntuale in fase di spinta, mentre la concorrenza a sinistra per una maglia da titolare tra Nagatomo, Dalbert e Santon ha portato i tre a offrire ampie garanzie.