Spalletti e l’Inter dei gran finali, ecco qual è il segreto

L’Inter di Spalletti ha la nuova peculiarità dei gol arrivati nel finale di partita. Sono ben 10 su 23 le reti nell’ultimo quarto d’ora di gara, sintomo di una preparazione atletica che sorregge la squadra, oltre alla stabilità mentale, alla concretezza e alla predisposizione al non mollare mai. Preparazione Inter, ecco qual è il segreto dei pimpanti minuti finali di gara.

INTER, QUESTIONE DI TESTA E MENTALITÀ

Scrive La Gazzetta dello Sport che è l’Inter dei gran finali, dei gol in “Zona Cesarini“, quelli dell’ultimo quarto d’ora. Ben 10 reti su 23 complessive sono arrivate dal minuto 75 in poi, segno di una preparazione atletica adeguata ma anche di uno stato mentale forte.

Nell’Inter di Spalletti lavora uno staff dedicato alla parte atletica formato da quattro professionisti: Marcello Iaia, Franco Ferrini, Alberto Andorlini e Giuseppe Bellistri.

Iaia e Andorlini spiegano a La Gazzetta dello Sport i benefici della nuova preparazione: “Gli ultimi
minuti sono giocati anche mentalmente. In quei momenti emerge il messaggio calcistico che Spalletti fa passare alla squadra – spiegano Iaia e Andorlini, entrambi laureati in Scienze motorie –. Il gruppo ha queste caratteristiche, è la filosofia dell’allenatore. Lui vuole un calcio propositivo“.

Spalletti lavora con loro dal 2012, con i due preparatori che prima erano inseriti nello staff del Manchester United con Ferguson dal 2008 al 2012, con Iaia, inoltre, è stato personal trainer di Gabriel Batistuta.

CHE CARATTERISTICHE DEVE AVERE IL CALCIATORE MODERNO?

Ferrini si occupa di campo e palestra per lavori individuali, Bellistri di monitorare e raccogliere i dati, Iaia del lavoro sul campo vicino all’allenatore e Andorlini del lavoro in palestra divenuta ormai
un luogo centrale. Numeri, resistenza, potenza, preparazione. Il calciatore moderno è diventato un atleta più completo?
Negli anni è stato cambiato l’approccio alla preparazione – spiegano Iaia e Andorlini –. Invece adesso stiamo diventando preparatori di calcio, disciplina complessa. Si cerca un approccio integrato. Ora gli allenatori cercano di ricreare anche in allenamento l’intensità della partita. Non necessariamente.
Giocare di più coinvolge più giocatori. Poi vanno chiaramente valutati numero, frequenza e tipologia delle partite. Ma modulando gli sforzi e i recuperi è possibile ottenere buoni rendimenti anche con il doppio impegno settimanale“.

Il mantenimento dell’equilibrio di condizione è comunque una questione individuale. Non possiamo sapere se tutti, giocando solo una volta a settimana, avranno sempre lo stesso rendimento. Possiamo dire che il quadro della situazione generale è positivo–rispondono – e il margine di crescita ci conforta.
Non possiamo sapere dove arriverà la squadra, ma crediamo che si possa crescere ancora sotto tanti punti di vista. L’aspetto rassicurante è l’impressione di poter migliorare ancora

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