GdS – Cassaforte Borja Valero, con lui l’Inter è più sicura

A Firenze era per molti il sindaco. A Milano potrebbe diventare il «saggio». Luciano Spalletti parlando di Borja Valero ha usato una descrizione chiarissima. «In questi giorni alla Pinetina siamo in pochi, con alcuni si lavora per spiegargli meglio le cose. Con lui ci si siede, si sta zitti e ce le si fa spiegare». A riportarlo è La Gazzetta dello Sport.

BORJA VALERO, PRESENZA FISSA

Solitamente quando si insiste su un giocatore è perché lo si è già allenato. Non in questo caso. Borja però lascia questa impressione a chi lo conosce poco. Un’impressione di pacatezza, serenità e sicurezza. Dopo tre mesi, se Spalletti si espone così in pubblico, significa che lo spagnolo trasmette ben di più. Le sensazioni non tradiscono e nemmeno i numeri visto che nelle prime sette gare di campionato è sem- pre stato sistemato tra i titolari. Lo spagnolo è il secondo centrocampista della Serie A in fatto di palloni giocati dopo sette giornate. Con 603 naviga dietro soltanto a Marek Hamsik, 639, e ampiamente davanti agli altri tre che completano la topo 5. Federico Viviani, 571, Matias Vecino, 570, e Jorginho, 566.

Borja però ha un andamento nettamente da primo della classe per la gestione degli stessi perché ne perde solo il 9,8% mentre i colleghi di reparto del campionato viaggiano a una media del 20%. Consegnare il pallone allo spagnolo è come sistemarlo in un’area protetta dove l’avversario difficilmente potrà entrare e recuperarlo. Qualcuno potrà obiettare che bisogna analizzare dove Borja agisce. Opta rimarca che il numero 20 dell’Inter è il miglior centrocampista del campionato in fatto di passaggi riusciti nella trequarti avversaria. Un’incollatura davanti a Miralem Pjanic, altro custode di classe del pallone. Borja viaggia all’88,2% contro l’88,1% del bosniaco bianconero. Sfumature, primo o secondo, ma sostanza nel vedere il nerazzurro a quel livello. La qualità del gioco di Borja non è mai stata in discussione.

LENTO  O VELOCE

La perfezione non esiste, chiaro. A chi obietta che Borja sembra «camminare», lo spagnolo non è mai stato un giocatore votato allo sprint, alla rapidità. Ma più alla velocità di pensiero, alla capacità di trasportare quell’arnese in mezzo ai piedi in uno spazio ideale per il compagno. La palla corre di più e i tocchi della stessa vanno in base alla necessità di aspettare o meno il movimento del compagno per servirlo. Spalletti fatica a rinunciare a lui, è comprensibile. Davanti alla difesa o da trequartista, è come sistemare una cassaforte in un centrocampo fatto di gente più di cor- sa che di controllo.

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