Intervista Ince: “Fu Moratti a farmi venire all’Inter, e all’addio pianse”

E’ stato uno dei pupilli di Massimo Moratti. Paul Ince torna sul suo periodo all’Inter e sul rapporto con l’ex patron. Nell’intervista Ince parla di tutta la sua esperienza a Milano.

INTERVISTA INCE: “MORATTI DIFFICILE DA SPIEGARE”

Queste le parole di Paul Ince a Paddy Power.Un pomeriggio del 1995, mentre giocavo a Golf, mi chiamò Ferguson. Disse dell’offerta dell’Inter, accettata. In due giorni preparai tutto e raggiunsi Milano. Fu Moratti a volermi, venne a vedermi nella sfida con il Crystal Palace, quella del calcio di Cantona. Difficile spiegare quanto sia incredibile Moratti. Un grande uomo, mi riteneva un guerriero e mi voleva bene. Quell’Inter aveva grandi giocatori come Roberto Carlos, Zanetti, Djorkaeff e Zamorano, ma non eravamo i migliori in Serie A, sembravamo inferiori al Milan. Loro avevano Maldini, Baresi e Costacurta. Era evidente che avessimo qualcosa in meno. Moratti voelva cambiare progetto, era ambizioso. Le cose erano molto diverse. All’inizio in Serie A è stato difficile, Bianchi mi metteva nella posizione sbagliata, largo a sinistra nel 3-5-2. Ho giocato persino centrale, fu difficile da accettare”.

E ancora: “Solo con Hodgson tornai ai miei livelli. Nel 1996/1997 le cose non andarono bene, alla fine fu esonerato, ma non lo meritava. E’ stata dura per lui. E’ difficile abbattere le difficoltà di comunicazione, ma lo ammiro molto, allenare l’Inter è stato un vero e proprio test per lui. Ma con Hodgson il mio rendimento migliorò. Quando dissi di voler tornare in Inghilterra, Moratti scoppiò a piangere. Avevano appena preso Ronaldo, ma per motivi familiari decisi di ritornare. Fosse per me, sarei rimasto per sempre. Lo rispetto e parlo ancora con lui, nonostante fosse sconvolto al mio addio. Adoro quell’uomo. Rese possibili quegli anni fantastici. Non li dimenticherò mai”.

Fonte foto: screen yotube

 

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