Spalletti e la ricerca del gioco che (non) c’è

Questa sosta sarà importante per il tecnico Luciano Spalletti: il gioco latita ancora e al ritorno dalla pausa nazionali ci saranno gare fondamentali per la stagione.

SPALLETTI, NON BASTA LA PARTENZA

Partiamo dai dati: 19 punti in 7 giornate sono tanta, tantissima roba. A memoria non ricordo una partenza migliore di questa negli ultimi anni, e il merito è tutto del tecnico ex Roma. Perchè l’anno scorso gare come quelle di Crotone, Genova e Benevento non avrebbero dato 9 punti totali e con il Bologna la sconfitta sarebbe stata sicura. Quindi lunga vita a Luciano e ai suoi metodi da generale di ferro ma ora è doveroso chiedergli di più. Non chiediamo una macchina perfetta come il Napoli di Sarri, d’altronde storicamente l’Inter è sempre stata “quella brutta, sporca e cattiva”. L’Inter dei record di Trapattoni ad esempio non era certo alimentata a calcio totale e fraseggio insistito. Ma dopo 7 giornate di campionato la sensazione è ancora quella di vedere una squadra che va avanti grazie a spunti individuali e colpi di fortuna.

SPALLETTI SEI CHIAMATO ALLA PROVA DEL 9

Il gioco langue e il problema va risolto al più presto, anche con la Pinetina semi deserta per via delle nazionali. Il perchè è presto detto: al ritorno dalla sosta ci saranno Milan, Napoli e Sampdoria, il tutto in soli 9 giorni. Ed è chiaro che forcing del genere senza organizzazione tattica e senza un briciolo di impostazione sono quasi un suicidio. Oltretutto al tecnico toscano va chiesto più coraggio nelle scelte, lo stesso coraggio che gli ha fatto decidere di mettere in campo Karamoh contro il Genoa per spaccare la partita. Coraggio nel saper rinunciare per una volta a Borja Valero titolare: l’ex viola nelle ultime uscite è apparso molto stanco e l’intera squadra ne ha risentito. Coraggio nel vedere Eder titolare alle spalle di Icardi, perchè Joao Mario si è capito che da titolare rende poco e Brozovic gioca solo quando gli va di farlo.

SPALLETTI TORNA A FAR SEGNARE ICARDI

Infine un appello a Luciano: fa tornare al gol Icardi. Ok, dai tempi del Barcellona di Guardiola ai centravanti è sempre più spesso stato chiesto di non rimanere in area in attesa dell’occasione giusta per segnare ma di tornare dietro e dare una mano alla squadra. Ci sono prime punte che hanno risposto felicemente a questi compiti, come Cavani o Suarez, altre no. Ecco Icardi rientra in queste: negli ultimi 20-25 metri il capitano è un giocatore letale, al di fuori è un pesce fuor d’acqua. Nelle ultime due partite si è speso molto per la squadra ma là davanti si è sentita parecchio la sua assenza. Mettiamo i giocatori in condizioni di fare bene ciò che fanno meglio, ne gioverebbero tutti. 

L’ALBA DEL GIORNO DOPO – Benevento-Inter, bene, bene ma non benissimo

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