Inter-Banega: cronaca di un’annata negativa per l’argentino

E’ stato uno dei sacrificati per far quadrare il bilancio dell’Inter Banega è ufficialmente del Siviglia. Dopo un solo anno, l’argentino torna in Andalusia, salutando il popolo nerazzurro. Il tutto dopo un anno a dir poco altalenante.

INTER BANEGA, COS’E’ ANDATO STORTO? 

Partiamo da gennaio 2016. Con grande entusiasmo, viene annunciato, seppur non ufficializzato, l’acquisto di Ever Banega. Il Tanguito arriva dal Siviglia a parametro zero. Un trequartista vicecampione del mondo che, pochi mesi dopo, alzerà la sua seconda Europa League di fila. Alzi la mano chi non ha pensato “Arriverà un fenomeno, siamo a posto”. E come pensare il contrario, all’inizio? I nerazzurri hanno sempre deluso in fase di costruzione di gioco, sia negli anni bui che in quelli di gioia. Si vince, si perde, ma il bel gioco è raro. Con Banega, questo problema è risolto. O, almeno, lo sembrava.

All’arrivo, Banega si fa subito notare, nonostante i problemi complessivi dell’Inter. In tournee, va a segno nel disastroso 6-1 contro il Tottenham, che farà incrinare per la prima volta i rapporti tra Mancini e i nerazzurri dall’inizio del ritiro. Poco dopo, il crollo tecnico: Mancini lascia, arriva Frank de Boer. Qui iniziano i primi problemi per Banega. L’olandese, infatti, inizia a snaturare il giocatore, inserendolo titolare nel suo 4-3-3. L’ex Siviglia, che tutto è, meno che un esterno alto o una mezz’ala, non rende come dovrebbe. Iniziano a piovere le prime critiche verso un grande giocatore che, per, non può di certo far vedere il meglio di sé agendo in una zona non sua. L’unico acuto degno di nota è il gol alla Roma, che non eviterà però la sconfitta ai nerazzurri.

CON PIOLI, LA MUSICA SEMBRA NON CAMBIARE

Dopo l’esonero dell’olandese, arriva Stefano Pioli. L’ex Lazio preferisce ripartire dai punti fissi della squadra, come il 4-2-3-1. Modulo che, a differenza del 4-3-3, premia il Tanguito, libero di inventare alle spalle di Icardi e con Candreva. La svolta sembra arrivare prima delle vacanze natalizie. Nel 3-0 ai biancocelesti, Banega è uno dei principali artefici della vittoria: gol spaccapartita ed assist per Icardi in occasione del 2-0. Sembra la partita della rinascita, per i nerazzurri e per l’ex Siviglia.

A Palermo, però, la situazione si ribalta: Banega, chiamato alla riscossa, gioca una pessima partita. Il suo sostituto, Joao Mario, regala la vittoria a Pioli. Che inizia a pensare ad un inserimento del portoghese come trequartista. Il risultato è l’esclusione di Banega contro Pescara, Juventus ed Empoli. Torna in campo a Bologna, ma non si fa notare per particolari acuti.

CAGLIARI E ATALANTA: BANEGA E’ TORNATO. ANZI, NO…

I 180 minuti che possono definitivamente consacrare Banega arrivano tra la 27esima e la 28esima giornata. Cagliari-Inter ed Inter-Atalanta, vinte rispettivamente 1-5 e 7-1. Su 12 gol, 7 vedono protagonista Banega, autore di 1 gol ed 1 assist al Sant’Elia e di una tripletta e 2 assist a Gasperini. Dopo questo filotto positivo, però, arriva il crollo: 8 partite con 0 vittorie e 2 pareggi. L’Inter dice addio a tutto, Banega collezionerà 4 panchine con Milan, Fiorentina, Sassuolo e Udinese. Nemmeno Stefano Vecchi sembra puntare sull’argentino, in panchina per due partite su tre con l’ex Primavera alla guida.

Si conclude così una stagione, quella di Ever Banega, tra alti e bassi. 6 gol e 8 assist in un anno, per chi ha vinto due Europa League di fila, è poca roba. Considerando che la metà dei gol a cui ha partecipato l’argentino sono arrivati in 180 minuti, si intuisce lo scarso contributo dell’ex Siviglia, spesso chiamato al riscatto e spesso non in grado di soddisfare tale richiesta. Il ritorno in Andalusia è la fine più logica e meno impronosticabile, vista anche la possibilità di fare plusvalenza. L’Inter saluta Banega, Banega saluta l’Inter. Con tanti rimpianti e tante promesse disattese.

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