Simeone: “Ho due anni di contratto qui. Ecco perché ho parlato di Inter”

Ecco le parole di Diego Simeone, tecnico lungamente accostato alla panchina dell’Inter. In questi giorni ha aperto nuovamente a un futuro sulla panchina nerazzurra. Intervistato da Marca, questa volta il Cholo non esclude, anzi rilancia la possibilità di proseguire per altri anni sulla panchina dell’Atletico Madrid.

LE PAROLE DI SIMEONE

“È difficile restare saldi tanti anni in un club. Tutte le squadre hanno cambiato, tranne l’Arsenal. Credo che la cosa migliore da fare sia lasciarsi alle spalle tutto ciò che è stato raggiunto e incontrare nuove sfide. Io diverso da Wenger? Come si fa a dirlo? A partire dal fatto che ho altri due anni di contratto e dalla mia naturalezza per cui ho detto che un giorno allenerò l’Inter, tutti mi vedono fuori dall’Atletico. Io dico che da qui entro due anni possiamo rinnovare. Sarà difficile trovare un club migliore dell’Atletico nel mio futuro come allenatore. Quindi perché non continuare in un posto che mi piace, dove sto bene e dove mi vogliono? Forse ho trovato il mio posto nel mondo come persona. È molto difficile dire che puoi restare per dieci anni, perché penso sempre che mi possano mandare via, e allo stesso tempo è difficile dire che me ne andrò domani. Mi lascio guidare dall’energia, dalle sensazioni, da quello che percepisco, da ciò che mi danno i giocatori… Oggi la sfida è che i più giovani devono dare ai più grandi la forza per continuare a essere forti”.

simeone inter

LA RIDUZIONE DEL CONTRATTO

“Credo che sia la soluzione migliore che abbiamo trovato per continuare con me e al contempo pensando al meglio per il club. Dovrei dire che resterò qui per cinque anni? Cinque anni sono tanti… Ma possono diventare anche dieci. Con il vincolo per questi due anni, io devo impegnarmi per continuare a rinnovare. Ho un contratto. Se il prossimo anno si apre la possibilità per il club di continuare a fare acquisti, ci si continua a rinnovarsi e si fa uno sforzo con l’allenatore e soprattuto con la squadra… La difficoltà sta nel fatto che cinque anni generano una sensazione che tutto stia finendo, e questo mi dà fastidio. Quando gli altri dicono che tutto sta finendo, vado dall’altra parte”.

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